C’è rabbia e malumore nella delegazione del Lagaccio per un articolo comparso su un sito genovese, nel quale i residenti vengono accusati di non rispettare le regole imposte dal Dpcm che prevedono di restare in casa e di uscire solo per reali esigenze.
In particolare viene puntato il dito sulle strade comprese tra via Cinque Santi e via del Lagaccio che sarebbero frequentate ‘da troppe persone’ in particolar modo da napoletani che ‘bazzicolano davanti ai negozi’, ‘che si fermano a parlare’ e che si danno pacche sulle spalle.
Siamo stati contattati da alcuni nostri lettori che ci hanno segnalato la cosa ed invitato a fare un giro in zona per verificare sul campo la situazione.
Così ieri abbiamo deciso di passare e vedere la situazione reale.
La delegazione del Lagaccio è una piccola delegazione con vie decisamente strette posta alle spalle della stazione di Genova Principe, la delegazione di Oregina e che si spinge fino al campo sportivo Ceravolo.
Attualmente sono presenti e aperti tre supermercati, un’edicola, due panifici, una macelleria, due farmacie ed un negozio che vende prodotti per la pulizia del corpo e della casa.
Sincermente non abbiamo trovato tutta questa quantità di persone e testimonianza sono le foto che sono state fatte ieri intorno alle 9.30 e alle 17.
Si, c’è qualche persona in coda al supermercato, qualche anziano che passeggia, nè più e nè meno di quello che si trova in altre zone, con la differenze che lì, al Lagaccio si conoscono tutti e sono solidali tra di loro.
Abbiamo parlato anche con un paio di persone che hanno rispedito al mittente le accuse: “No, non ci sono particolari assembramenti – ci spiega Laura – certo la zona è un concentrato di abitazioni con un paio di strade che la percorrrono per intero”.
Poi prosegue: “Vede ogni giorno possiamo contare sempre le medesime facce, saranno una decina in tutto, cioè quelle che non hanno ancora capito quali sono le norme da rispettare o forse si sentono indenni o superiori, ma siamo rincuorati dal fatto che i rimanenti 11.975 residenti del quartiere sono comodamente, o meno, chiusi in casa”.
Pino ci dice: “Vogliono far venire le forze dell’ordine? Ma qua già passano regolarmente, polizia, vigili e pure i carabinieri. Se poi compro il giornale, volgo una preghiera verso la chiesa di San Giuseppe, che ne abbiamo bisogno, o saluto il vicino che male faccio? Macché pacche sulle spalle, stiamo lontani, abbiamo paura. Poi i bar sono tutti chiusi”.
“Le polemiche – prosegue Laura – in questo momento non fanno bene e se poi vengono fatte a colpi di offese e denigrazioni risultano tristi e dannose. Siamo sicuramente una zona popolare, ma siamo un elemento importante della nostra città come altri quartieri, per altro centrali e molto popolati.
Io sono nata qui e vi risiedo anche molto comodamente, combatto con l’ignoranza e la povertà di parte dei miei concittadini che però nella maggioranza è gente onesta e laboriosa”.
La regola in ogni caso è sempre la stessa: “Restiamo a casa”. Ricordiamoci sempre, che è necessario rispettare il decreto che prevede di restare dentro le proprie abitazioni e di uscire solo per reali esigenze o solo in casi eccezionali il tutto per la nostra salute e quella dei nostri cari. L.B. (le foto sono state fatte in parte alle 9.30 e in parte alle 17).