Gregorio Fogliani, il patron di Qui!Group, colosso dei buoni pasto fallito nel 2018, patteggerà quattro anni e sei mesi di reclusione e una confisca di quanto gli era stato sequestrato (comprese tre ville a Forte dei Marmi con appezzamenti terrieri, oltre a quote societarie).
Il giudice dovrebbe accogliere il patteggiamento all’udienza del prossimo primo ottobre.
Ancora in forse la moglie Luciana Calabria a cui sono stati proposti un anno e 11 mesi di reclusione. Le due figlie hanno già chiuso con le condanne a un anno e 11 mesi e a un anno e 10 mesi di reclusione.
Già in 14 hanno accolto i patteggiamenti, che verranno formalizzati all’ultima udienza, mentre in sei hanno chiesto il rito abbreviato.
Alcuni sindaci delle società stanno valutando l’ipotesi di patteggiare e lo comunicheranno a inizio ottobre.
Le indagini erano partite dal fallimento del colosso dei buoni pasto nel 2018 quando il passivo della società aveva raggiunto i 600 milioni. Oltre tremila i danneggiati.
Tra i creditori c’erano i dipendenti ma soprattutto ristoranti, bar e supermercati che avevano erogato cibo e prodotti con i buoni pasto. Fogliani aveva anche ottenuto un appalto della Consip per fornire i ticket ai dipendenti pubblici.
Dopo Qui!Group erano via via fallite le altre società collegate, come la Pasticceria Svizzera e il bar Moody sempre a Genova.
I reati contestati sono bancarotta fraudolenta, riciclaggio, truffa aggravata e autoriciclaggio. Secondo l’accusa la famiglia avrebbe spogliato la società sottraendo i soldi per spese personali, come una maxi villa in Versilia e il matrimonio da favola di una delle figlie e per alimentare le casse della società Azzurra 95.