Nove misure cautelari (di cui tre arresti ai domiciliari e sei misure interdittive) nell’ambito dell’inchiesta bis riguardanti i report “ammorbiditi” sulle condizioni dei viadotti gestiti da Autostrade.
Gli investigatori del Primo gruppo della Guardia di finanza, agli ordini dei colonnelli Ivan Bixio e Giampaolo Lo Turco, su imput della Procura di Genova, hanno eseguito un blitz nell’ambito dell’indagine sul tragico crollo del viadotto Morandi che il 14 agosto del 2018 causò la morte di 43 persone.
L’operazione si è svolta in diverse regioni italiane.
Nel mirino della GdF sono finite nove persone che collaborano con Spea Engineering e Autostrade.
Report viadotti, arresti e interdittive in Aspi e Spea. Rixi: chi ha sbagliato paghi subito
I finanzieri hanno in mano un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Angela Maria Nutini, richiesta dalla procura di Genova.
Secondo gli inquirenti, Spea Engineering, la società controllata da Autostrade che si occupa dei monitoraggi e delle manutenzioni, avrebbero falsificato i rapporti sulla sicurezza di ponti e viadotti anche dopo la tragedia.
Secondo quanto riferito finora, le nove misure cautelari riguardano i presunti falsi report sui viadotti Pecetti della A26, in Liguria, e il Paolillo della A16, in Puglia.
In particolare, risultano finiti agli arresti domiciliari Massimiliano Giacobbi (Spea), Gianni Marrone (direzione VIII tronco) e Lucio Torricelli Ferretti (direzione VIII tronco). Le misure interdittive, sospensione dai pubblici servizi per 12 mesi, riguardano tecnici e funzionari di Spea e Aspi: Maurizio Ceneri; Andrea Indovino; Luigi Vastola; Gaetano Di Mundo; Francesco D’antona e Angelo Salcuni.