“Sette atti consiliari che abbracciano economia e imprese (con l’introduzione della free tax area), viabilità e trasporto sostenibile, sanità, organizzazione del lavoro, sicurezza sul territorio”.
Queste, in sintesi, le proposte presentate oggi dal gruppo consiliare regionale Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria per fronteggiare l’emergenza sociale ed economica provocata dal crollo del Ponte Morandi.
Secondo la sinistra, i provvedimenti “potrebbero essere immediatamente applicabili, saranno presentati e discussi durante il consiglio regionale di venerdì 28”.
“Sette proposte – ha spiegato il capogruppo Gianni Pastorino – costruite partendo dalle esigenze dei cittadini e dalla valutazione dei disagi nelle aree colpite. Guardiamo anzitutto alle crisi economiche e occupazionali che vanno profilandosi nella zona, indicando il modello Free Tax Area per recuperare competitività delle imprese senza penalizzare il gettito fiscale. Proponiamo un’organizzazione sanitaria di prossimità, introducendo la figura dell’infermiere di comunità per superare l’isolamento della Valpolcevera e la difficile mobilità del medio-ponente.
Avanzeremo proposte che partono dalla conoscenza del territorio, come il progetto di riconvertire alla mobilità dei mezzi pubblici l’ex linea ferroviaria merci da Santa Limbania a Pontedecimo.
Infine ci sono le questioni di vivibilità e sicurezza del territorio, tradotte in mozioni sull’elisoccorso sanitario e sulle dotazioni di mezzi e personale per i Vigili del Fuoco. Un contributo di idee con cui, ancora una volta, Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria dimostra che è capace di fare un’opposizione costruttiva, di contenuto”.
“Per quanto di competenza regionale – ha aggiunto il consigliere Francesco Battistini – è necessario intervenire immediatamente per limitare i danni e rilanciare il tessuto socioeconomico di un territorio ferito.
Forse il Governo non ha ben compreso che il crollo del Ponte Morandi non è né una questione locale, né tantomeno regionale: non ci stiamo giocando solo il nord-ovest, ma la tenuta economica dell’intero Paese. Il porto di Genova è il primo d’Italia per traffico merci ed è la principale porta europea nel Mediterraneo.
Genova col suo tessuto sociale, imprenditoriale, lavorativo e infrastrutturale è il motore logistico d’Italia. Abbiamo bisogno di interventi rapidi; noi, per quanto ci riguarda, agiamo con responsabilità e mettiamo a disposizione del Consiglio Regionale queste 7 proposte. Lo dobbiamo anzitutto alle vittime, alle loro famiglie e alle centinaia di sfollati che da quel giorno di agosto sono stati strappati alla propria quotidianità; ma lo dobbiamo anche a tutta la popolazione della Valpolcevera e del ponente metropolitano”.
Ecco le proposte di RaS/Liberamente Liguria in dettaglio.
Free Tax Area – La misura prevede lo sgravio totale dell’IVA a carico del consumatore, perché l’imposta sarà assolta da Autostrade. Tecnici tributaristi e associazioni di categoria concordano che si tratti di un provvedimento potenzialmente attuabile, anche immediatamente, perché temporaneo e destinato a un’area limitata. L’iniziativa, infatti, non richiede una legge ad hoc ma un accordo fra Comune di Genova, ASPI, attività commerciali e imprese. Risultati: l’utente potrà acquistare a prezzi inferiori, gli esercenti recupereranno in competitività, lo Stato non subirà una diminuzione del gettito.
Riattivazione della ex linea ferroviaria Genova Santa Limbania – Campasso – Si prevede la riconversione alla mobilità urbana della linea ferroviaria, oggi totalmente in disuso, che da Genova Santa Limbania (ex scalo merci del porto) raggiunge il Campasso e prosegue fino a Pontedecimo su binario dedicato. Tracciato e gallerie sono in buone condizioni strutturali e non richiederebbero interventi troppo ingenti; la linea si presterebbe pertanto alla creazione di un ulteriore servizio di trasporto sostenibile, a integrazione della metro, costituito ad esempio da filobus o tram.
Infermieri di comunità – Si propone di istituire il servizio di “Infermiere di Famiglia in Comunità” nelle zone maggiormente colpite dal crollo. Un servizio innovativo ma già sperimentato altrove con risultati molto incoraggianti. Vista anche la difficoltà a raggiungere i maggiori ospedali cittadini per i residenti in Valpolcevera, tale operatore sanitario potrebbe collaborare con la rete dei medici di famiglia, con le farmacie di zona e con i care-giver che prestano cure a pazienti anziani o fragili.
Telelavoro e Smart Working – Come più volte evidenziato da Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria, sul fronte del telelavoro la nostra regione sconta un colpevole ritardo. La tragica situazione che vede centinaia di impiegati nella difficoltà, se non nell’impossibilità, di raggiungere il proprio luogo di lavoro può trasformarsi in una grande opportunità per recuperare terreno. La Regione deve quindi coordinarsi con il Comune di Genova e le associazioni datoriali per incentivare forme di lavoro agile, cominciando proprio dalle sue partecipate (FILSE, Liguria Digitale).
Nuove aree AMIU – com’è noto, il crollo di ponte Morandi ha interessato anche alcune aree AMIU, compromettendo in maniera consistente il ciclo dei rifiuti e la raccolta differenziata. È quindi necessario che la Regione attui misure urgenti e contingenti finalizzate all’erogazione del servizio pubblico di raccolta, avvio a recupero e smaltimento rifiuti, fra cui l’individuazione di vere aree-tampone che siano funzionali. Inoltre dovrà dare attuazione alle richieste di posizionamento cassoni scarrabili, per scarico dei mezzi, imprescindibili per assicurare continuità al servizio.
Più personale e più mezzi per i Vigili del Fuoco – Nel dopo-crollo i Vigli del Fuoco hanno fornito sul campo una dimostrazione di straordinaria capacità di reazione, dal punto di vista operativo ma anche prestando conforto alla popolazione. Ciò nonostante, la gravissima carenza di mezzi e di personale, ben superiore alla media nazionale, nei giorni successivi al 14 agosto si è mostrata in tutta la sua drammaticità. È quindi necessario che la Regione intervenga col Governo per nuove assunzioni, il rientro a Genova di personale distaccato e l’acquisizione di nuove dotazioni.
Rinnovare la convenzione per l’elisoccorso sanitario – La situazione emergenziale in cui si trova la Valpolcevera potrebbe richiedere, in via previsionale, un ricorso maggiore all’elisoccorso per prestazioni immediate. Sappiamo però che la convenzione con i Vigili del Fuoco è oggi messa in discussione a livello nazionale; e si apre la strada all’esternalizzazione e alla privatizzazione con costi 6 o 8 volte superiori. La Regione operi in continuità rinnovando la convenzione con i Vigli del Fuoco e garantendo un servizio di efficacia e professionalità riscontrate.