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Cronaca di una serata perfetta: la festa è blucerchiata

Cronaca di una serata perfetta: la festa è blucerchiata

Il derby della Lanterna va alla Samp. Alcune considerazioni

Al Ferraris si gioca il match che vale una stagione, che vale la supremazia, l’orgoglio. Ma questa volta valeva anche qualcosa di più, ripartire o sprofondare definitivamente.

Il derby della Lanterna va alla Samp, che arriva all’appuntamento un po’ acciaccata dalle situazioni extra calcistiche che sono rimbalzate su tutti i media e tutti i giorni.

Il pre partita è stato lunghissimo. In una serata gelida gli ultras Tito hanno radunato la tifoseria sotto l’AC Hotel di Corso Europa per incoraggiare i giocatori e scortarli poi allo stadio. Un’iniziativa a cui i doriani hanno risposto presente. Intorno alle 17.30 la zona viene presidiata dai tifosi; le persone desistono ad andare a comprare alla Coop e per le strade non passa più nessuno.

Sono centinaia i tifosi in mezzo al traffico e davanti alla struttura. Finalmente l’atmosfera comincia a scaldarsi e così i cuori dei doriani che stavano congelando. Partono i primi cori e i curiosi ospiti dell’hotel si affacciano per capire cosa stia succedendo.

Cronaca di una serata perfetta: la festa è blucerchiata
Cronaca di una serata perfetta: la festa è blucerchiata

Si canta e si salta per oltre un’ora, d’altronde è un buon metodo per contrastare il freddo. L’aria è rossa dei fumogeni, della passione, della rabbia che il popolo blucerchiato ha voglia di trasmettere ai suoi giocatori.

Finalmente scendono, accolgono l’abbraccio della Sud e salgono sul pullman. Ma non è ancora finita, adesso la festa si sposta per le strade della città. Così i centinaia di scooter si riversano nel traffico, padroneggiano la strada, adesso passano solo loro.

Sono tantissimi e rumorosissimi. Si canta, si suona il clacson e si sta tutti accodati al pullman per scortarlo fino allo stadio.

La gente esce sui terrazzi e dalle finestre, cosa sta succedendo? Non preoccupatevi, sono solo i doriani che vanno allo stadio, a modo loro.

Il freddo ormai è dimenticato adesso tutti i pensieri sono rivolti alla partita.

Cronaca di una serata perfetta: la festa è blucerchiata
Cronaca di una serata perfetta: la festa è blucerchiata

La gradinata Sud ha risposto in modo positivo, vista l’assenza degli ultras, riuscire a staccare quasi 7000 tagliandi (massima capienza con le restrizioni al 75% ) è stato un vero traguardo. Ha saputo anche contrastare la solita battaglia del tifo degnamente, contando che doveva rispondere all’organizzata Nord, senza tamburi e megafoni, con la difficoltà di sincronizzare settemila voci sulla stessa frequenza.

Però adesso parliamo di campo. Io ho assistito alla partita dalla gradinata e ci sono stati un paio di fattori che mi hanno fatto ben sperare, ma che ho taciuto per scaramanzia, fino al triplice fischio.

Durante il riscaldamento i volti degli 11 blucerchiati erano carichi, spavaldi, arrabbiati, si sono voltati più volte cercando la carica della Sud, qualcosa di insolito. Poco prima del fischio d’inizio si sono radunati in cerchio davanti ai tifosi, con un Audero motivatore e ancora una volta si sono rivolti a noi. Come a dire “tranquilli, sappiamo di potercela fare”, una sicurezza, una spavalderia che non mi aspettavo uscisse fuori in un momento così complicato. Ma forse è proprio vero che nella tempesta si vede il buon marinaio.

La Samp parte forte, compatta, organizzata e pulita nei contrasti. Segna subito Manolo Gabbiadini, assoluto uomo derby e senza ombra di dubbio assegnategli la doppietta che merita.

Il Genoa sbaglia tanto, non arriva mai primo sulle seconde palle e mostra tutti i suoi limiti di una squadra si dilaniata dagli infortuni, ma anche mal costruita. I genoani pungono: “l’ultimo regalo del Presidente Preziosi” ma possono avere la quasi certezza, che la nuova proprietà rivoluzioni la squadra già nel mercato invernale.

Nel catino bollente di Marassi, tagliato a fette dalla tramontana – di cui le tifoserie non risentono assolutamente – riprende il match. Un secondo tempo assolutamente sfavillante; la Samp riprende con il piglio giusto dopo un’occasione genoana. Infatti al 3st Sturaro ruba palla a Silva, fa assist ad Hernani che però spara alto sopra la porta.

La Samp risponde subito con una ripartenza micidiale che porta Candreva al tiro, Sirigu non la blocca e sulla respinta Caputo arriva prima di tutti. Gol facile a due passi dalla porta, sarà la svolta per il numero 10?

Al 23st l’episodio della serata, duetto tra Gabbiadini e Caputo, l’ultimo offre l’assist all’uomo derby che fa doppietta con un tiro deviato dal genoano Vanheusden. Adesso è aperto il dibattito, il numero 23 blucerchiato vuole entrare nella storia e per questo ha anche chiesto spiegazioni alla Lega.

Se gli venisse assegnato il secondo gol supererebbe personaggi come Mancini e Milito autori di 4 gol nelle stracittadine.

A venti minuti dalla fine Shevchenko fa entrare Mattia Destro – rientrato da un lungo infortunio non aveva i 90’ nelle gambe – che dà al Genoa un altro piglio. Ha subito una clamorosa occasione in cui impatta male il pallone ma torna quello di sempre quando al 33st insacca la rete doriana di testa approfittando della disattenzione di Colley.

La Samp però è ancora viva e tenta il 4-1 con un palo di Candreva che ancora trema. Gli ultimi minuti non sono adatti ai deboli di cuore con un palo colpito anche dal Genoa con Vasquez, poi gli attimi concitati passano e la Samp dopo aver abbassato finalmente la frequenza cardiaca dei tifosi cerca di amministrare con furbizia.

Intanto la Gradinata Nord manifesta il suo disappunto verso il match messo in piedi dai rossoblù. Nei minuti finali partono una serie di torce che arrivano sul campo a sfiorare i blucerchiati e il portiere Audero. Da lì attimi di nervosismo in cui l’arbitro richiama all’ordine e fischierà poi la fine dopo 7 minuti di recupero, quando il tabellone ne segnava solo 3.

Il pubblico doriano esulta, con gli occhi riversi di lacrime come quelli di Manolo, che è incredulo della sua impresa. Le mani sono tese verso il cielo e gli sguardi sono pieni di riconoscenza verso quegli uomini che sono scesi in campo come 11 gladiatori, consapevoli della battaglia che andavano a combattere e della maglia che dovevano onorare.

Adesso i fedeli del baciccia sorridono, dopo una settimana tormentata; ci sono ancora le voci degli avvoltoi che li danno per morti, per spacciati. Ma l’importante ora sarà rispondere sul campo, prima la Coppa Italia con il Torino giovedì sera, un torneo percepito sempre più come un impiccio, da cui si aspetta un importante turnover e poi l’appuntamento di domenica sera alle 18 nella delicata sfida con il Venezia.

Un appello ai tifosi doriani, raccogliamo le richieste fatte dal mister in conferenza. Riempiamo la gradinata, imbracciamo i remi e torniamo ai nostri posti già dalla prossima domenica, perché “finché i tifosi della Sampdoria canteranno non ci saranno problemi per il futuro”. Francesca Galleano