C’è poco da dire. E quel poco Marco Giampaolo lo dice con chiarezza: «È stata una non-partita, per noi non è mai cominciata. Una sconfitta pesante e bruciante sulla quale tutti dobbiamo riflettere. L’ultimo gol è stata la fotografia della nostra prestazione. Abbiamo sbagliato qualcosa su tutti i gol incassati, in ognuno ci abbiamo messo lo zampino. E abbiamo spianato la strada al Crotone».
Disegno. La schiettezza del tecnico blucerchiato è netta anche quando spiega la sostituzione di Ramírez alla mezzora: un cambio che già tanto fa parlare. «Non era più la sua partita – dice -, la gara aveva già preso una sua direzione: non c’erano spazi e dovevamo provare a saltare il traffico in mezzo del Crotone. Dobbiamo resettare tutto. All’inizio avevo scelto Caprari perché sapevo che ci sarebbero stati spazi stretti, ma andare sotto dopo appena 6 minuti ha sconvolto il disegno tattico. Avrei potuto cambiare Gastón anche dopo 10 minuti, ma non per demeriti suoi. Così come il cambio di Torreira: una sostituzione preventiva, per preservarlo dopo i tanti colpi presi e data la sua diffida. Capezzi ha potuto mettere minuti nelle gambe».
Crescita. «Abbiamo subito tre gol senza nemmeno accorgercene – prosegue Giampaolo -. Fa male. Avevamo l’opportunità di fare il salto di qualità dal punto di vista mentale e ancora una volta non ci siamo riusciti. Il Crotone è stato bravo a giocare palle lunghe, a favore di vento; mentre noi non siamo stati bravi e reattivi a evitare i pericoli, che peraltro avevamo illustrato ed esaminato in settimana. Siamo mancati sul piano del collettivo. La squadra si era allenata molto bene, è stata una delle migliori settimane di lavoro da quando sono a Genova. Però non riusciamo a vincere nelle gare con le cosiddette piccole e se non riusciamo a fare questo deciso passo avanti non riusciamo a crescere».
Reazione. Il mister parla infine con sincerità anche di quello che è successo negli spogliatoi durante l’intervallo: «Ai miei ho detto che la gara probabilmente era persa, ma che quantomeno dovevamo salvare il nostro orgoglio, giocando la ripresa a testa alta e senza arrendersi. Non era semplice tornare in campo dopo quel primo tempo, ma il piglio e la reazione ci sono stati. Chiaramente non bastano, ma ci sono stati».