Cucina d’epoca, il gusto della storia
Illuminismo: una rivoluzione anche a tavola?
Dal 20 al 22 settembre a Genova prende il via Cucina d’epoca, il primo festival dedicato alla cucina italiana ed europea nei diversi periodi storici, nato dalla sinergia tra il presidente di Palazzo Ducale Luca Bizzarri, la sua direttrice Serena Bertolucci e i direttori del Festival della Comunicazione Danco Singer e Rosangela Bonsignorio, per esplorare le nostre abitudini a tavola attraverso i riflessi culturali, politici e sociali. Un viaggio nella Storia passando per la tavola, dove ai sapori si intrecciano le vite e i gusti dei popoli e degli individui, le pratiche sociali, le scoperte scientifiche, le intuizioni della letteratura e del pensiero, le correnti artistiche e filosofiche, senza dimenticare le strategie politiche e militari, le innovazioni urbanistiche e tecnologiche.
Protagonisti dell’evento saranno cuochi, scrittori, storici, letterati, filosofi, attori, musicisti, giornalisti, divulgatori, imprenditori, produttori, sotto la sapiente regia e l’estro creativo di uno storico dell’alimentazione tra i più amati e stimati al mondo: Massimo Montanari.
Il festival si aprirà con la grande Cena d’Epoca da Eataly Genova, un percorso sensoriale tra i profumi, i colori e i sapori, dove si potrà navigare liberamente tra le 8 isole dedicate alla cultura gastronomica del Settecento (dalla dieta a bordo delle navi ai prodotti americani, dall’isola di Pitagora a quella dolce), accompagnati dalle suites di Johann Sebastian Bach eseguite dal violoncellista Stefano Beltrami, e da testi della letteratura del periodo letti dall’attrice Yuki Assandri.
Seguono due giorni di incontri, spettacoli, dibattiti, laboratori e lezioni di cucina fra cibo di strada e alta gastronomia, tradizione storica e reinterpretazione contemporanea: dall’Italia all’Europa un incredibile tour tra saperi e sapori, un viaggio nel tempo che racconta la storia della civiltà, il gusto e la sensibilità di altre epoche e della nostra. Pensando sempre alla cucina come luogo della complessità, dove si incrociano natura e cultura, piacere e salute, benessere individuale e intensità di relazioni, politica e diplomazia, arte e creatività, moda e poesia, tradizione e innovazione, saperi antichi e nuove tecnologie.
L’Illuminismo e la rivoluzione del gusto
Teatro di questa prima edizione è il Settecento, l’epoca dei Lumi, in cui, nel vortice delle grandi rivoluzioni politiche e del pensiero, esplode un’altra rivoluzione di grande portata, destinata a segnare le nostre abitudini: una rivoluzione del gusto che dalla Francia travolge l’Italia e gran parte dell’Europa. L’imperativo è riconquistare i sapori naturali e la semplicità dei prodotti, abbandonare l’eccessiva complessità del gusto rinascimentale e barocco, assegnare a ogni sapore il suo posto all’interno del menù, con un’attenzione speciale al dessert e all’arte della pasticceria. Negli usi delle classi elevate si afferma la moda del caffè e della cioccolata. Frattanto, nelle campagne acquistano importanza le colture di origine americana (mais e patata), la coltivazione del riso e del grano saraceno. La cucina di territorio, un tempo esclusiva dell’ambito contadino, fa capolino anche nell’alta cucina, dialogando con l’elaborazione gastronomica dei grandi cuochi di corte. Come dietro ogni opera d’arte, scoperta o invenzione, c’è una storia dietro ogni piatto, che svela lati sorprendenti di quello che siamo.