Un cuculo, ferito a Castelbianco, è stato soccorso dai volontari della Protezione Animali savonese, ai quali è stato consegnato dalla signora che lo aveva trovato vicino al paese.
Si tratta di un uccello migratore che ha la singolarità di depositare le sue uova nei nidi altrui (soprattutto cannareccioni, luì e pettirossi) dove, alla schiusa, il pulcino, aiutandosi con il dorso, si sbarazza delle altre uova presenti e non ancora schiuse, presentandosi quindi come l’unico ospite, al quale gli ignari genitori adottivi portano cibo fino all’autosufficienza come fosse il loro.
E’ relativamente raro in Italia ma il numero è divenuto stabile dopo la riduzione notevole negli anni ’90; le minacce alla sua conservazione sono la distruzione degli habitat (canneti e zone umide, anche se vive dappertutto) ed i pesticidi usati in agricoltura, che eliminano gli insetti di cui si ciba.
Intensissima l’attività di recupero, nello scorso giugno, svolta dai volontari dell’Enpa in provincia; sono stati infatti soccorsi 528 animali selvatici, una media di quasi 20 al giorno, da Varazze ad Andora, da Finale a Calizzano, da Savona a Cairo.
Solo pochi animali sono stati trasportati, da chi li aveva trovati, ai centri di cura di Savona ed Albenga dell’Enpa; per tutti gli altri, al rifiuto di portarli (spesso del turista in vacanza), i volontari hanno impiegato tanto tempo e percorso (nel solo mese di giugno) oltre 10.000 chilometri per andarli a prendere; un’attività pesantissima che va ad aggiungersi a quella successiva non meno impegnativa di portarli dal veterinario, curarli, accudirli, pulirli ed alimentarli, condotta da un numero insufficiente di volontari; e gli appelli rivolti dall’Enpa (associazione privata di volontariato, che può contare soltanto su un contributo parziale della Regione Liguria) ai tanti animalisti di partecipare ai turni e dare concretamente una mano, cadono sistematicamente nel vuoto.