Assumere anti infiammatori come “Aulin, Celebrex o anche Aspirina” sin dai primi sintomi del Covid, ai primi giorni dal contagio.
“So che stupisce. Però il dato più significativo è che su 90 pazienti curati con gli antinfiammatori ai primi sintomi di Covid-19, ancora prima del tampone, solo due sono stati ricoverati. E’ il 2,2%”.
Lo ha dichiarato ieri al Corriere della Sera il prof. Fredy Suter, per 12 anni primario del reparto di Malattie infettive all’ospedale di Bergamo.
L’intuizione è diventata uno studio e una proposta di cura del coronavirus dell’Istituto Mario Negri, diretto dal prof. Giuseppe Remuzzi.
“Io stesso – ha aggiunto il prof. Suter – ho preso l’Aulin quando sono stato contagiato, migliorando nel giro di tre giorni”.
Potrebbe quindi essere questa una possibilità per curare il Covid-19 a casa, naturalmente con il costante monitoraggio del medico, che sa come usare gli anti infiammatori e su quali pazienti.
Insomma, non è assolutamente una cura fai da te. Anche perché a seguire i pazienti coinvolti nello studio c’erano i medici di base, che hanno accettato di provare questo nuovo approccio.
I dati dei 90 pazienti sono stati confrontati con quelli di altri 90 pazienti dello studio genetico Origin del Mario Negri, in Valle Seriana, che non erano stati trattati curati con antinfiammatori.
E nel secondo gruppo i ricoverati sono stati 13, ossia il 14,4%.
“Ovviamente, tra i due gruppi sono state scelte persone omogenee per età, comorbilità, genere” ha sottolineato il prof. Suter.
Inoltre, sempre secondo questo studio, nei primi giorni farmaci come l’Aulin e l’Aspirina possono dare una risposta antinfiammatoria che entro certi limiti è protettiva.
Lo studio è stato pubblicato “anche se non è scientificamente perfetto, ma questi risultati sono decisamente incoraggianti”.
Non è la prima volta che nel mondo vengono pubblicati studi clinici sull’uso di anti infiammatori contro il Covid-19.
Per esempio, c’è quello recentemente pubblicato da “Anesthesia & Analgesia” su 400 pazienti in cui viene affermato che l’uso di Aspirina riduce il rischio di ventilazione meccanica del 44%, il ricovero in terapia intensiva del 43% e la mortalità ospedaliera del 47%. Tuttavia, in questo caso, tra chi aveva assunto Aspirina e chi non l’aveva assunta non sono state registrate differenze nella trombosi.
I risultati preliminari di questo studio Usa erano stati pubblicati per la prima volta come “preprint” nell’autunno del 2020. Da allora, altri studi hanno confermato l’impatto che gli anti infiammatori come l’Aspirina possono avere sia sulla prevenzione dell’infezione che sulla riduzione del rischio di Covid-19 grave e morte.