“Ossimoro è L’Amore”, in libreria la passione delle poesie d’amore della poetessa Mirseda Reci. Italiana, di origine albanese e adottata da Deiva Marina.
L’opera è editata dalla Aletti Editore.
Giovane ed energica voce poetica (classe 1986), Reci vive a Deiva Marina, piccola cittadina di mare al confine fra la provincia di La Spezia e quella di Genova, nella Riviera di Levante, vicino alle rinomate Cinque Terre.
«Ci vivo da 15 anni e l’ho scelta con amore perché la considero un piccolo gioiello incastonato tra le vertigini del monte Bracco ed il mare cristallino – confida Mirseda, attratta dalle bellezze naturali che il territorio le offre -. Mi cibo di tramonti mozzafiato a diverse altezze. La natura ed i sentieri, che si snodano dalla nostra cittadina a quelle limitrofe, regalano emozioni immortali».
Quelle emozioni che trasferisce nei versi e che le hanno fatto conseguire un robusto curriculum poetico, maturato nel tempo.
Reci ha perfezionato la propria preparazione nelle masterclass tenute da Giuseppe Anastasi (paroliere dei grandi successi di Arisa), Francesco Gazzè (poeta e autore delle più importanti canzoni di Max Gazzè), Alessandro Quasimodo (figlio del poeta Salvatore Quasimodo e dell’artista Maria Cumani) e Giuseppe Aletti (poeta, editore e ideatore di eventi, tra cui l’importante festival poetico “Il Federiciano”).
Formazione, studio e dedizione, l’hanno portata a conseguire importanti premi e riconoscimenti, tra cui il primo premio al concorso “giovani poeti” indetto a La Spezia dalla società Dante Alighieri nel 2005, il “Maria Cumani”, sezione Faretra nel 2019 e, fresco di consegna, un terzo posto al Maria Cumani 2020.
La sua è una vocazione poetica nata precocemente, a 12 anni, quando si avvicina alla scrittura e alla poesia come forma di terapia in risposta agli eventi difficili conosciuti già in tenera età. “Quando hai l’amaro in bocca, gusti meglio tutti gli altri sapori” è la sua massima. A queste parole Mirseda Reci si attiene scrupolosamente, consapevole che, sebbene non sia possibile evitare il dolore, si può almeno scegliere come accoglierlo e che cosa farne.
“La poesia ha questo compito sublime – scriveva la poetessa Antonia Pozzi – di prendere tutto il dolore che ci spumeggia e ci romba nell’anima e di placarlo, di trasfigurarlo nella suprema calma dell’arte, così come sfociano i fiumi nella vastità celeste del mare”. Allo stesso modo, la poesia di Reci è una catarsi del dolore.
Così anche in questa nuova raccolta di poesie, che si fregia della prefazione dell’intellettuale pugliese Cosimo Damiano Damato – definito il regista dei poeti per il suo docufilm su Alda Merini dal titolo “Una donna sul palcoscenico” (con la partecipazione di Mariangela Melato) – attraverso il fil rouge dell’amore viene manifestata la pienezza della vita, che non ci risparmia nulla né in gioie né in dolori. “È potente la poesia di Reci – scrive Damato con passione nella sua trascinante introduzione – versi da segnare con le unghie, macchiare con il vino che gocciola dagli occhi, il miracolo della liquefazione del sudore degli amori smarriti e rubati capaci di odorare ancora di carne viva in affanno dal cuore battente come una pizzica ossessiva, come un orologio fermo per cancellare il tempo e riportare tutto al suo posto”. Ma è la stessa autrice a fornirci la chiave di lettura di questo prezioso e coinvolgente libro, nella dedica iniziale, le cui parole formano il ritratto di donna della copertina: “Se non ti sei mai specchiato in un paio d’occhi, / trovandoci dentro tutta la tua guerra e la tua pace; / se non hai mai sentito il tuo corpo morire di troppa vita;/ se non hai mai sfiorato la pazzia con la massima lucidità; / se non hai vissuto dentro un infernale paradiso o un paradisiaco inferno; / allora non hai mai conosciuto l’Amore. / Ossimoro è l’amore. /Ogni amore ha il suo Ossimoro”.