Immaginate un ragazzo nemmeno ventenne, che da piccolo sogna di fare il cantante rap e di calcare i palchi più famosi con le sue canzoni.
Ascoltando la musica insieme al fratello maggiore si appassiona a questo stile sempre di più e, a soli undici anni inizia a cantare.
Grazie al supporto di qualche amico gira alcuni video delle sue canzoni. Ha appena sedici anni quando il video “Emirati” raggiunge in poco tempo oltre quarantamila visualizzazioni su YouTube.
Arriviamo così al 2017, quando esce un mixtape dal titolo “Black Fury” che attira l’attenzione di Don Joe, beat maker, produttore e membro dei “Club Dogo”. Da quell’anno in poi la carriera di Young Slash, questo è il nome del rapper genovese, è costellata da sempre maggiori successi.
Quest’anno, per l’esattezza l’8 marzo esce il disco “Astronauta” per Sony Music e Dogozilla Empire, segno tangibile di un interesse crescente attorno al giovane artista.
Young Slash, al secolo Andrea Coodye nasce a Sesto San Giovanni per poi trasferirsi a Genova, nel quartiere di Voltri, al quale è molto affezionato e che ha ispirato molte delle sue opere. Dalla periferia di Genova al successo nazionale, il giovane musicista ha lavorato seriamente per inseguire il suo sogno: di lui e della sua vita ci ha raccontato in questa breve intervista.
Chi è Young Slash?
Young Slash è un ragazzo di periferia che sogna di fare il rapper da quando era bambino, ascoltava rap americano fin da piccolo ed è cresciuto con questa attitudine.
Da cosa deriva il tuo nome d’arte
Il rap è composto da barre ed è come mi fossi immedesimato in una giovane barra che ha tanta voglia di spaccare.
I tuoi testi parlano molto di amicizia famiglia e quartiere. Che importanza hanno questi nella tua vita.
Per me l’amore della famiglia, l’amicizia come fratellanza conta molto essendo cresciuto in Chiesa ed in un quartiere degradato. Il mio quartiere mi ha influenzato molto dal punto di vista musicale.
La passione per la musica e il canto come è nata?
Sono stato contagiato da mio fratello maggiore che già ascoltava il rap americano e francese, anche io ho iniziato ad ascoltare questo genere di musica e da lì non ho più saputo staccarmi, interessandomi ancora di più. Da li in poi ho iniziato a fare freestyle per strada e a scuola per poi scrivere i miei primi testi.
Avresti mai immaginato di arrivare dove sei adesso? Se si come.
Da una parte si per tutti i sacrifici che ho fatto e che ha fatto la mia famiglia per me.. Ma dall’altro lato la vedevo molto dura e lontana. Per ora non mi sento arrivato perché la musica è un continuo arrivare al cuore delle persone.
Quali sono i tuoi sogni oggi e quali erano ieri… Da ragazzo qualunque che canta rap
Rendere felice mia madre in primis, fare della mia passione il mio lavoro e lasciare un messaggio positivo alla gente che mi segue, in modo da arrivare a molte persone e far conoscere la mia storia, portando una bella innovazione.
I tuoi cantanti preferiti… quale musica ascolti e chi ti ha influenzato di più
I miei rapper preferiti da sempre sono Big, Tupac, Jay Z, Dre ed Eminem. Mi piacciono anche quelli della nuova wave americana per esempio Famous Dex mi ci rispecchio un sacco, Rich The Kid, Nba, Youngboy, Chief Keef. Ma penso che in assoluto il rapper che mi ha influenzato di più sia stato Eminem.
Quando scrivi o giri un video pensi al messaggio che arriva ai tuoi fan? In che modo ti influenza nella produzione artistica
Quando scrivo penso subito a cosa possa pensare la gente se mi ascolta perché la musica ha un buon suono o perché si rispecchiano nelle mie parole. La presenza scenica nei video o nei live è una delle cose che mi piace di più perché posso trasmettere la mia emozione alle persone che mi stanno guardando e che ascoltano la mia musica.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro
Un album che faccia riconoscere a pieno la mia persona, la mia storia e la mia vita. Non mi piace parlare tanto lascio che parli la musica per me.
Quali sono state le persone più importanti per la tua carriera? E per la tua vita in generale
I miei fratelli di sangue, la Chiesa degli “Angeli” di Voltri, i miei amici di zona, il mio padrino, la mia madrina ed il team Dogozilla.
Prossimi obiettivi…. in senso ampio… cosa farai domani.
Cosa faro’ domani?! Bella domanda, non vorrei essere ripetitivo ma vorrei fare musica tutta la vita. Stare bene e far stare bene le persone che mi sono vicine, i miei fans, la mia famiglia. (foto: Sony Music)
Roberto Polleri