“Dobbiamo arrivare a sapere qual e’ l’ammontare dei danni subiti dalle aziende, quali sono le aziende che intendono delocalizzare e inserire nel decreto una misura che consenta di avere i fondi per risolvere le criticità non solo delle aziende in zona rossa, ma anche di quelle che sorgono attorno e che sono state messe in crisi dalle difficoltà della mobilità”.
Lo ha dichiarato oggi il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi prima di incontrare le aziende genovesi della zona rossa colpite dal crollo del Ponte Morandi. I tempi per governo e maggioranza per inserire nel decreto gli opportuni correttivi sono serrati.
“Questa settimana – ha aggiunto Rixi – affronteremo quindi i temi della cassa integrazione in deroga e dei rimborsi alle aziende già previsti dalla legge regionale del Pris, visto che a differenza di quanto successo per gli sfollati, questa parte non e’ ancora stata chiusa da Autostrade e i tempi si stanno allungando.
La prossima riunione prevista sul tema e’ il 19 ottobre, ma se seguiamo i tempi di Autostrade rischiamo di non riuscire a mettere i soldi nel decreto e ci sono aziende che rischiano di non poter andare avanti.
Andremo a cercare le risorse nel bilancio dello Stato, che si farà garante anticipando gli indennizzi. Poi chiederemo i rimborsi a Società Autostrade che spero, prima o poi, decida di pagare come prevede anche la convenzione“.
Il viceministro Rixi questa mattina a Genova ha inoltre confermato la volontà di eliminare il tetto dei 200.000 euro di indennizzi alle aziende colpite dal crollo del ponte Morandi, inizialmente inserito nel decreto per timore di incorrere in sanzioni europee contro gli aiuti di Stato: “Il confronto con l’Europa sta andando avanti e pensiamo di poter stralciare il regime ‘de minimis’ dal Decreto Genova”.