“La Liguria guida la classifica della crescita e dell’occupazione in Italia e nel Nord Ovest, passando da 608.000 a 619.000 unità in piu’, dal 2017 al 2018. Se infatti in Italia nel terzo trimestre 2018 gli occupati aumentano dello 0,6% rispetto al terzo trimestre 2017, in Liguria la crescita è più elevata, pari a +1,8% e contemporaneamente la contrazione della disoccupazione è del 5% pari a meno 3000 unità. Sono questi alcuni dei dati dell’ISTAT relativi al terzo trimestre 2018”.
Lo hanno riferito oggi i responsabili di Regione Liguria.
Secondo i dati forniti, tra gli occupati in Liguria cresce la componente femminile, facendo registrare un +17.000 unità corrispondente al +6,6%. Gli occupati aumentano soprattutto nel terziario con +18.000 unità e in particolare nel comparto del commercio, degli alberghi, dei ristoranti.
Il tasso di disoccupazione ligure complessivo scende dal 10,6% al 9,3%, soprattutto per effetto della diminuzione dell’indicatore femminile che diminuisce di 0,9 punti percentuali, mentre quello maschile ha una caduta di 0,2 punti percentuali.
“Questo è il risultato di tre anni di politica del fare legato alla crescita e allo sviluppo – ha spiegato il governatore Giovanni Toti – grazie alla sburocratizzazione e alle agevolazioni fiscali per imprese e investitori, a investimenti pubblici in settori strategici, all’apertura di importanti cantieri, alle creazione di bandi ad hoc per categorie specifiche, a una formazione mirata, la Liguria è diventata la regione trainante della crescita italiana e la dimostrazione che, per creare occupazione, servono investimenti seri e non assistenzialismo”.
“Grande soddisfazione per i risultati ottenuti – ha aggiunto l’assessore regionale al Lavoro Gianni Berrino – che derivano dai bandi emanati. Tutto questo vuol dire che le politiche attive del lavoro hanno centrato gli obiettivi, pur partendo da una situazione iniziale di difficoltà. Questo non significa abbassare l’attenzione che rimane alta, e che produrrà ulteriori misure per favorire l’occupazione, sia degli under che degli over 40, tenendo presente che il lavoro è centrale nella crescita della società”.