Hanno scelto di organizzare un presidio in pausa pranzo, quando gli studi medici sono chiusi, “per continuare ad assistere i pazienti tra mille difficoltà”, ma hanno voluto comunque alzare la voce con una manifestazione in piazza De Ferrari a Genova per raccontare le difficoltà di chi fa il medico di Medicina generale.
È stato uno sciopero particolare quello dei medici di famiglia di Genova che, come hanno annunciato, hanno aderito alla mobilitazione nazionale del comparto sanitario.
Alla manifestazione hanno partecipato anche i pazienti, molti quelli che sono andati in piazza a dare sostegno alla protesta, visto che in Liguria ci sono piccoli centri senza medico di famiglia e solo a Genova secondo la Fimmg ne mancano una settantina.
“I medici di famiglia sono stremati perché stanno sopportando un carico di lavoro enorme – ha spiegato il segretario genovese della Fimmg Andrea Carraro – è assolutamente necessario che vengano presi dei provvedimenti affinché la modalità di lavoro diventi accettabile.
Questo per impedire a quei medici che hanno ancora davanti anni di lavoro di non fuggire e consentire ai giovani medici laureati che evitano la nostra attività di prendere in considerazione questo lavoro che negli anni passati ha dato sempre delle enormi soddisfazioni.
Abbiamo una malattia che si chiama burocrazia che ci sta portando all’estinzione e che se non viene debellata finirà per rovinare, come sta facendo, questo mestiere”.
“Il 22 aprile – ha aggiunto il segretario regionale della Fimmg Andrea Stimamiglio – abbiamo firmato un accordo con Regione Liguria per cercare di potenziare il territorio, per popolare le case di comunità, una in ogni distretto, con la nostra presenza, per cercare di non mandare i codici bianchi nei pronti soccorsi. A oggi non è stato fatto niente e nella casa di comunità di Genova Voltri, appena inaugurata, dove doveva esserci anche la nostra presenza, noi non ci siamo”.
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Aggressioni ai sanitari, Corso: basta tolleranza. Applicare nuova legge