“Giovanni Toti raccolga l’accorato appello del ministro dell’Ambiente Costa e fermi, una volta e per sempre, almeno la caccia la domenica e nei festivi. Sarebbe un primo, importante, passo per arrivare, il prima possibile, a risolvere un problema gigantesco e irrisolto di sicurezza e di pubblica incolumità su un’attività che provoca quotidianamente vittime su vittime, tra morti e feriti, cacciatori e non cacciatori, giovani e meno giovani, adulti e minori”.
Lo ha dichiarato oggi il consigliere regionale Marco De Ferrari (M5S) dopo il tragico incidente di ieri mattina ad Apricale, dove è rimasto ucciso un 18enne.
Ucciso durante battuta al cinghiale, procura: anche lui aveva fucile da caccia e munizioni
“I numeri sono impietosi – ha aggiunto De Ferrari – come testimonia l’enorme dossier dell’associazione Vittime della Caccia, che attraverso un enorme e meticoloso lavoro ha certificato negli ultimi 11 anni, tra il 2007 e il 2018, un totale di 1263 morti o feriti sul territorio nazionale. Milleduecentosessantatre! Numeri da vero e proprio bollettino di guerra, che non contano ancora la stagione in corso. A oggi, infatti, vanno aggiunte le 17 persone (4 morti e 13 feriti) contate dal 1 al 30 settembre 2018.
Oggi più che mai, la Regione è chiamata a farsi carico delle proprie responsabilità e imporre almeno 3 punti dirimenti:
1) Stop immediato all’attività venatoria in tutta Liguria dopo la tragedia di ieri mattina per motivi di ordine pubblico e per rispetto ai familiari dell’ennesima vittima della caccia, verso cui esprimiamo il nostro cordoglio.
2) Stop a tutte le forme di caccia in tutte le domeniche e i festivi. Lo chiediamo ufficialmente con un Ordine del giorno imminente che sarà discusso al primo Consiglio regionale utile, per restituire il sacrosanto diritto alle famiglie e agli escursionisti di godersi almeno una giornata pienamente immersi nella natura, senza correre il rischio di imbattersi in una fucilata o in proiettili vaganti (di ogni calibro) che potrebbero ferire o, peggio, mettere a rischio la propria incolumità o la propria vita. Almeno nei giorni festivi chiediamo che non si debba più sentire un solo colpo di fucile.
3) Nessun incremento (e tanto meno nessun raddoppio) delle battute di caccia negli altri giorni della settimana, tanto meno derogando sulle giornate di silenzio venatorio del martedì o del venerdì, come suggerito dall’assessore Mai. Altrimenti il problema sicurezza semplicemente si sposterà (col rischio addirittura di incrementarlo), creando un vero e proprio Far west negli altri giorni della settimana.
La Regione Liguria quest’anno ha aumentato addirittura a 4 mesi e mezzo la stagione della caccia al cinghiale in Liguria, contro i 3 mesi indicati dalla normativa nazionale. Nonostante la continua e ultradecennale pressione venatoria, Toti e Mai si chiedano perché, invece di giungere a un equilibrio, il problema si è ulteriormente intensificato. Forse perché la medicina non è esattamente quella giusta per la malattia? A Toti e Mai suggeriamo di avvalersi una buona volta di censimenti attendibili e di adottare strategie allineate con il mondo scientifico come, non molto tempo fa, Coldiretti aveva proposto di applicare anche al caso dei cinghiali. Non si tratta di propaganda, come qualcuno in queste ore l’ha definita, ma di semplice buon senso”.