Nel cosiddetto “Decreto Ucraina” il Consiglio dei Ministri che si è riunito venerdì 18 marzo 2022, alle ore 19.40 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Mario Draghi, ha deciso l’accesso al servizio sanitario nazionale per i profughi e una “deroga temporanea alla disciplina del riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie per medici ucraini.”
Per quanto riguarda l’accoglienza umanitaria diffusa, il “Dipartimento della protezione civile è autorizzato a definire forme di accoglienza diffusa da attuare mediante i Comuni, gli enti del terzo settore, i Centri di servizio per il volontariato, le associazioni e gli enti religiosi (per un massimo di 15 mila persone), nonché a definire forme di sostentamento per l’assistenza delle persone titolari della protezione temporanea che abbiano trovato autonoma sistemazione (per un massimo di 60 mila persone) e a riconoscere alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano un contributo per l’accesso al Servizio sanitario nazionale per richiedenti e titolari della protezione temporanea (per un massimo di 100 mila persone). “
La deroga temporanea alla disciplina del riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie per medici ucraini prevedere che “fino al 4 marzo 2023 è consentito l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario ai professionisti cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022 che intendono esercitare nel territorio nazionale – presso strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private – una professione sanitaria o la professione di operatore socio-sanitario in base a una qualifica professionale conseguita all’estero e regolata da specifiche direttive dell’Unione europea.”
In pratica quest’ultima norma permetterebbe fino al 4 marzo 2023, in deroga, ai sanitari e medici ucraini di lavorare presso strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private italiane, andando a sostituire anche i sanitari e medici che sono stati sospesi.