Uomini, donne e bambini seviziati, picchiati e torturati. Poi uccisi. Scaraventati nelle foibe dai partigiani titini solo perché italiani.
Un massacro di migliaia di persone (c’è chi parla di 11mila morti, ma altri storici indicano oltre 25mila vittime) conosciuto come l’Olocausto italiano, accompagnato dalle persecuzioni e dall’esodo di 350mila connazionali istriani-giuliano-dalmati costretti a scappare dai comunisti jugoslavi.
Il viaggio della delegazione ligure, di cui fanno parte i nostri studenti che hanno vinto la 18esima edizione del concorso “Il sacrificio degli italiani della Venezia Giulia e Dalmazia” bandito dal Consiglio regionale, si è iniziato ieri con la visita ai sacrari militari di Redipuglia e Oslavia ed è proseguito con la visita al cimitero militare austroungarico e a quello civile, fino alla cappella dei deportati di Wagna.
I giovani erano accompagnati dal consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza Claudio Muzio.
“È stata una tappa importante – ha dichiarato Muzio – per permettere ai nostri giovani ospiti di comprendere quali furono le radici dell’odio razziale fra popoli che vivevano nella stessa terra.
Radici che furono la tragica premessa della persecuzione che si sarebbe scatenata alla fine della Seconda Guerra Mondiale contro gli italiani che da secoli vivevano nell’antica regione della Venezia Giulia e della Dalmazia”.
Oggi gli studenti hanno visitato anche l’ex Risiera di San Saba a Trieste dove, durante la Seconda Guerra Mondiale, ebrei e oppositori del regime furono uccisi o deportati nei lager nazisti.
La delegazione si è poi recata alle foibe di Basovizza, vicino a Trieste. In quelle fosse di origine carsica, dopo essere stati torturati e seviziati dai partigiani titini, furono scaraventati e morirono gli italiani che vivevano nella regione storica della Venezia Giulia, ora in larga parte ricompresa nei territori di Slovenia e Croazia.
“Fu – ha aggiunto Muzio – una tragedia immane, spaventosa. Prima la brutalità della guerra poi quella degli uomini. Si stima che a Basovizza siano state infoibate circa 1500 persone.
E’ stata una giornata in cui abbiamo visto le nefandezze naziste e quelle comuniste. Per riassumere le barbarie perpetrate dai totalitarismi.
La giornata grigia e plumbea è stata la cornice più adatta al quadro di tristezza che ha pervaso i ragazzi e tutti noi.
Gli studenti hanno comunque dimostrato attenzione e hanno compreso le diverse tappe del lungo percorso che è culminato con la strage delle foibe”.
Il concorso è stato promosso dalla legge regionale del 2004 e si pone l’obiettivo di diffondere fra i giovani la conoscenza della sanguinosa repressione, per decenni nascosta, degli italiani in Venezia Giulia e Dalmazia da parte dei partigiani titini.
Come gli anni scorsi, hanno fatto parte della delegazione anche i rappresentanti dell’ANVGD (Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) Fulvio Mohoratz, Marinella Freccero e Pietro Chersola.
Gli studenti che partecipano al viaggio appartengono agli Istituti: “Redemptoris Mater” di Albenga, “Costa” della Spezia, “da Vinci” e nautico “Colombo” di Genova, il “Liceti” di Rapallo e il “Boselli Alberti” e il “Della Rovere” di Savona.