I giudici della Corte d’Assise d’appello di Genova oggi pomeriggio hanno confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Claudio Borgarelli, l’infermiere che due anni fa uccise e decapitò lo zio Albano Crocco nel boschi di Lumarzo.
I giudici hanno escluso la premeditazione e confermato la sussistenza dei futili motivi. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del nucleo investigativo, Borgarelli uccise lo zio perché in sostanza non voleva che continuasse a passare sul suo terreno.
L’imputato in aula, prima della sentenza, ha schiesto scusa per il suo gesto.