Sappe: siamo sotto organico in una gestione fallimentare. Pronti a manifestare a Roma
Un giovane detenuto dell’Europa dell’est, nel primo giorno dell’anno, ha tentato l’estremo gesto del suicidio impiccandosi.
Il giovane è stato, però, salvato da due agenti intervenuti richiamati dalle urla.
Le condizioni del detenuto sono apparse subito disperate. Ma un agente, in attesa dei medici di turno, gli ha praticato il massaggio cardiaco, salvandolo.
Il detenuto, è stato poi soccorso dai medici, intubato e trasportato al reparto di rianimazione adesso è fuori pericolo.
“Non si può continuare in questo modo – commenta il SAPPe della Liguria – troppi elementi negativi su Genova Marassi e troppo scarso l’organico della Polizia Penitenziaria, il quale nella stessa giornata ha dovuto affrontare ben due incendi in altrettante celle. In uno è dovuto intervenire il vice comandante entrando in cella ormai avvolta dal fumo sprigionato dal materasso incendiato, portando in salvo gli occupanti.”
“Vite umane salvate dai silenti eroi della Polizia Penitenziaria – commenta il segretario Lorenzo – ai quali deve andare la riconoscenza dello Stato, delle Istituzioni, ma oggi notiamo solo la loro indifferenza.
I troppi detenuti problematici presenti nelle carceri liguri producono una lunga serie di eventi critici, ne è testimone il dato numerico del carcere di Marassi: 21 incendi dolosi, 120 celle danneggiate, 122 atti di autolesionismo, 17 tentati suicidi e, purtroppo, 2 suicidi. Dati questi che rappresentano solo una parte degli eventi che si sono registrati nel decorso anno.”
“Mi domando – prosegue il SAPPe – fino a quando si dovrà continuare a raccontare il bollettino di guerra delle carceri della Liguria e di Marassi in particolare, fino a quando dovremmo assistere all’indifferenza delle istituzioni e dei politici che non possono o non vogliono intervenire. Il SAPPe ligure invece pretende una maggiore sicurezza negli istituti della Liguria” e si dice pronto alla mobilitazione nazionale a Roma, sotto l’ufficio del ministro della Giustizia Marta Cartabia, per denunciare la grave situazione delle carceri e le endemiche criticità del Corpo e “il disappunto sulle linee guida della conduzione delle carceri, quel sistema dinamico, cioè delle celle aperte che ad oggi ha prodotto solo criticità, limitando l’azione della sicurezza, un sistema fallimentare che deve essere riveduto e corretto.”