Genova messa a ferro e fuoco durante il G8 del 2001. Condannato in Italia, libero in Francia dove è scappato a seguito della sentenza.
Nel 2009 Vincenzo Vecchi era stato condannato a 12 anni e mezzo di carcere dalla Corte d’appello di Genova “per complicità in furto aggravato, incendio, distruzioni e saccheggi, danni e uso di armi vietate”.
Oggi i giudici della Corte di Cassazione francese hanno sottoposto oggi alla Corte di Giustizia dell’Unione europea 3 richieste di interpretazione del diritto vigente nella UE riguardanti la richiesta dell’Italia di estradizione per Vincenzo Vecchi, l’ultimo dei 10 black bloc “no global” latitante e condannato nel nostro Paese.
“Non sembra possibile – scrive la Corte francese nella sua sentenza che accompagna le 3 richieste – considerate che l’applicazione corretta del diritto dell’Unione si imponga con tale evidenza da non lasciar spazio ad alcun ragionevole dubbio”.
Chiedendo una “procedura accelerata”, la Corte francese trasmette le 3 “questioni pregiudiziali” che riguardano il principio della doppia incriminazione e le modalità di esecuzione del mandato d’arresto europeo.
In attesa del pronunciamento europeo, la Corte francese ha quindi rinviato l’esame della vicenda all’udienza del 22 giugno 2021.
Il 4 novembre scorso, era stata la Corte d’appello di Angers, dove il 47enne italiano è scappato dal 2012 a seguito della condanna per i disordini e le devastazioni del G8 di Genova, a ritenere di non poter eseguire il mandato d’arresto europeo emesso dall’Italia in quanto il reato per il quale l’imputato dovrebbe scontare ancora 10 anni di carcere non è contemplato dal diritto francese.
Proprio sulla natura del reato all’origine della condanna di Vecchi in Italia si è concentrata la strategia della difesa dell’attivista sfuggito alla nostra Giustizia.
Secondo un Comitato di sostegno a Vecchi, il reato di “devastazione e saccheggio” sarebbe “di ispirazione fascista”.
I giudici di Angers hanno ritenuto che il reato in questione consente di considerare colpevole un imputato “per la sua semplice presenza sui luoghi del reato, soltanto se esistono elementi tali da caratterizzare la sua adesione alle azioni di un gruppo”.
I magistrati hanno quindi rifiutato la consegna di Vecchi all’Italia e anche l’esecuzione della pena in Francia.
Il presunto black bloc condannato in Italia era stato arrestato a Rochefort-en-Terre l’otto agosto 2019, dove vive da anni facendo l’imbianchino.
Dopo 3 mesi di detenzione era stato liberato il 15 novembre dalla Corte d’appello di Rennes che giudicò irregolare la “procedura di esecuzione” del mandato d’arresto europeo.
La Cassazione francese, successivamente, aveva rinviato il caso davanti alla Corte d’appello di Angers.