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Di vita non si muore: domani e mercoledì ai Luzzati il docufilm su Carlo Giuliani

“Di vita non si muore” domani e mercoledì ai Luzzati il docufilm su Carlo Giuliani
“Di vita non si muore” domani e mercoledì ai Luzzati il docufilm su Carlo Giuliani

L’appuntamento è per martedì 6 e mercoledì 7 febbraio

“Di vita non si muore”: domani e mercoledì ai Luzzati il docufilm su Carlo Giuliani, il docufilm “Di vita non si muore”, ultima opera della regista Claudia Cipriani, presente insieme allo sceneggiatore e producer Niccolò Volpati alla prima serata e al seguente dibattito in sala. L’ingresso è gratuito.

«”Carlo vive”, scritto sui muri di molte città del mondo, ha trasformato Carlo Giuliani in un simbolo di ribellione e libertà – si legge nell’invito all’evento – . Eppure è osservando la sua vita, e non la sua tragica morte avvenuta più di 20 anni fa nel corso delle proteste contro il G8, che viene raccontato un diverso modo di concepire il mondo, rivoluzionario ieri e ancora più significativo oggi.

Chi era Carlo Giuliani? In tanti conoscono gli ultimi attimi della sua vita, interrotta in piazza Alimonda a Genova il 20 luglio 2001. Ma quali erano le sue passioni, le sue inquietudini? Erano simili a quelle di molti di noi? Cosa lo legava al movimento No-global? In oltre vent’anni sono state molte le inchieste sul G8 di Genova, incentrate su ciò che è accaduto in quei giorni di fine luglio. E non è detto sia chiaro, soprattutto per chi nel 2001 non era ancora nato, cosa significò quel grande movimento mondiale e perché le sue istanze e le sue lotte sono attuali ancora oggi.

Per capire come sia potuta avvenire quella che fu poi definita “la più grave sospensione della democrazia mai avvenuta dopo il 1945” bisogna comprendere cosa fosse il movimento No-global, le sue battaglie, i contenuti, le proposte.

E per rendersi conto di cosa fosse quel rivendicato “altro mondo possibile”, abbiamo deciso di raccontare chi era Carlo, il suo unire in una cosa sola la visione politica e il proprio modo di vivere.

“Carlo vive” è quella scritta ripetuta tante volte che lo ha trasformato in un simbolo, sebbene lui fosse la persona più distante dal desiderio di diventarlo. Quella scritta parla soprattutto di noi, di chi pensa che gli ideali e le lotte di quel movimento siano ancora validi e vivi, che non siano solo vuoti slogan ma scelte, analisi, prese di posizione e azioni concrete che guardando al passato ci proiettano nel futuro, aiutandoci ad uscire dalla palude odierna».