ROMA Per ultima ma non da ultima il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceve nel tardo pomeriggio di ieri al Quirinale la delegazione del Movimento Cinque Stelle capeggiata da Luigi Di Maio per chudere il cerchio delle consultazioni dei big della politica.
Uscito dallo Studio alla Vetrata Di Maio dice alla stampa schierata che sono “avviate interlocuzioni per una maggioranza solida”, pur senza citare il Pd. E allontana di fatto le elezioni anticipate perché – afferma – “l’economia ci preoccupa”. Ma la notizia che segue a ruota tali parole è che l’Assemblea grillina ha dato mandato ai colonnelli M5s di trattare proprio con Zingaretti per esplorare la via della “selva oscura” di un accordo di maggioranza.
Inoltre, non cita affatto Giuseppe Conte e questo lascia capire che la strada del Conte bis potrebbe essere stata abbandonata dal Movimento. Infine dunque Di Maio ottiene il placet dall’Assemblea M5S per trattare sul taglio dei parlamentari. Un sì che arriva per acclamazione.
A gestire il negoziato saranno lo stesso Di Maio capo politico e i due capigruppo, Di Maio e D’Uva che oggi incontreranno una delegazione del Pd composta dai capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio e dai vicesegretari Andrea Orlando e Paola De Micheli per “annusarsi” sulla convergenza dei punti comuni per stendere un nuovo programma di Governo.
Il Capo politico dei grillini è apparso corrucciato e non ha mancato di rivendicare la responsabilità della Lega nella rottura dell’esecutivo giallo-verde.
Infine è comparso alle 20 in punto lo stesso Capo dello Stato che ha riferito di aver percepito la richiesta da parte di parte delle maggiori forze politiche parlamentari di prendere tempo per coagulare possibili nuove maggioranze che diano la (quasi) certezza di potergli offrire il piatto fumante di un incarico esplorativo basato sui numeri alle Camere. “C’è la necessità di risolvere questa crisi in tempi rapidi – ha detto Mattarella – quindi ho deciso di concedere quattro giorni alle forze politiche per confrontarsi. Riceverò dunque martedi 27 agosto le delegazioni e prenderò subito una decisione definitiva per dare un Governo all’Italia”. E’ scontato che nel caso della mancanza di un accordo di maggioranza e di un nome in cui incarnare un Premier incaricato, al primo inquilino non resterebbe che sciogliere le Camere. Slittata la data del 27 ottobre, la prima data utile per chiamare gli italiani alle urne sarebbe il 3 novembre.
Marcello Di Meglio