Il Parlamento europeo blocca la riforma per il diritto d’autore (Copyright) contro l’avvio di negoziati fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue. Con 318 eurodeputati contrari e 278 favorevoli non c’è la fiducia di Strasburgo. Il dibattito è rimandato alla prossima plenaria di settembre.Wikipedia ritorna visibile in tutta l’Italia.
«Mi dispiace che la maggioranza dei deputati non abbia sostenuto la posizione che io e la commissione giuridica abbiamo preparato – commenta Axel Voss (Ppe) del relatore del provvedimento. – Ma ciò fa parte del processo democratico. Torneremo sul tema a settembre con un ulteriore valutazione per cercare di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, aggiornando nel contempo le norme sul diritto d’autore per il moderno ambiente digitale». Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro dichiara:
«E’ il segnale tangibile che finalmente qualcosa sta cambiando a livello europeo. Il governo continuerà ad essere parte attiva durante il prosieguo del dibattito sulla direttiva sul copyright al fine di rimuovere definitivamente gli articoli 11 e 13 che ritiene portatori di due concetti inaccettabili quali: il diritto per i grandi editori di autorizzare o bloccare l’utilizzo delle loro pubblicazioni, introducendo di fatto una “link tax”, e la possibilità concessa alle società che danno accesso a grandi quantità di dati di adottare misure per controllare ex ante tutti i contenuti caricati dagli utenti.»
Dopo il rinvio e blocco alle modifiche Wikipedia Italia torna in chiaro. «Il vero risultato di questa votazione – dice Maurizio Codogno, portavoce di Wikimedia Italia – è avere riconosciuto che il tema del Copyright è così importante da meritare un esame attento da parte di tutto il Parlamento europeo.
Sono certo che la discussione nei prossimi mesi porterà a una direttiva che abbia davvero a cuore la tutela dei diritti di tutti, dai piccoli produttori indipendenti di contenuti ai grandi editori, e soprattutto permetta a chiunque di avere un accesso libero e legale all’informazione e alla conoscenza».
Di opposto avviso è l’associazione italiana degli editori che con disappunto spiegano: «Grande occasione mancata – dice Ricardo Franco Levi, presidenteAie –. Il diritto d’autore è libertà. Con la votazione di oggi non si è affermata la sua funzione: da domani il web sarà meno libero, così come lo sarà anche la società europea.
Si tratta di una sconfitta culturale, ancor prima che politica. Le multinazionali del web, che non vogliono assumere alcuna responsabilità, né sociale, né in difesa della libertà di espressione, né legale per le violazioni dei diritti degli autori europei, hanno voluto frenare un miglioramento che avrebbe aiutato tutta l’industria culturale – ribatte Levi -.
Paradossale che proprio queste grandi imprese si siano opposte alla modernizzazione del diritto d’autore. Hanno vinto le pressioni a difesa di un modello di rete costituito da poche imprese che, acquisita una posizione dominante, la sfruttano a danno delle imprese creative, degli operatori minori del mondo digitale e anche dei consumatori».
Mentre la Siae si augura che il Parlamento europeo possa riprendere serenamente il dibattito sulla direttiva sul copyright con l’obiettivo di garantire un’effettiva protezione al lavoro degli autori, senza dover subire pressioni dovute a posizioni demagogiche.
«Un colpo durissimo da parte del Parlamento UE al mondo della creatività italiana e continentale – dice il presidente di Confindustria Cultura Italia, Marco Polillo -: dimostra la capacità di pressione degli Over the Top nei confronti delle Istituzioni democratiche: davvero una brutta giornata per la cultura europea». ABov