“Sul caso dei lavoratori del trasporto disabili ex Tundo il centrodestra continua a non fare chiarezza, mettendo in pericolo il posto di lavoro di 40 persone. Le risorse aggiuntive per integrare il bando e garantire la clausola sociale ci sono grazie all’emendamento al Bilancio presentato dal Pd e da Rete a Sinistra. Poi votato, e addirittura incrementato, dal voto unanime della Commissione: 600mila euro iscritti nel bilancio di previsione 2018 alla voce ‘sostegno alle fasce deboli’. Peccato però che il Comune e la Città Metropolitana di Genova non vogliano usare questo finanziamento”.
Lo hanno dichiarato ieri sera, al termine della Commissione che si è tenuta in via Fieschi, i consiglieri regionali Giovanni Lunardon (Pd) e Gianni Pastorino (RaS).
“Infatti – hanno aggiunto i consiglieri regionali – l’assessora comunale Francesca Fassio, intervenuta in Commissione, ha detto che le risorse della Città Metropolitana sono sufficienti e sono la somma dei fondi stanziati per tre servizi diversi: il trasporto dei disabili delle scuole dell’obbligo, il trasporto dei disabili delle scuole secondarie e il trasporto riabilitativo.
Peccato però che le risorse esistenti non hanno mai garantito il pieno assorbimento dei lavoratori dell’ex Tundo, tanto che la ditta che precedentemente erogava il servizio non ha partecipato alla gara e chi ha vinto non ha applicato la clausola sociale.
In questo modo i 40 lavoratori ex Tundo sono ancora a casa. Ed è evidente che queste persone non potranno tornare al lavoro se le risorse impiegate dalla Città Metropolitana per il bando saranno quelle.
Ci troviamo di fronte a un paradosso unico. Di fronte alla possibilità di attingere a nuove risorse messe a disposizione della Regione grazie al nostro emendamento, la Città Metropolitana e il Comune di Genova dicono di non volerle utilizzare, mettendo inspiegabilmente a repentaglio decine di posti di lavoro. Un atteggiamento irresponsabile”.