“Chi pagherà il disavanzo della sanità ligure? I cittadini. Come? Tagliando i servizi. Però i soldi per salvare carrozzoni e poltronifici li trovano sempre”.
Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi nella relazione al Ddl 176 letta questa mattina in Aula.
“La sanità ligure – ha spiegato Tosi – rischia di finire a gambe all’aria e per salvare capra e cavoli Regione Liguria sarà costretta a operare tagli odiosi. Per ripianare il buco spaventoso pari a 63 milioni di euro, frutto della disastrosa gestione totiana, a pagare saranno i cittadini che dovranno ingoiare ulteriori tagli ai territori nei servizi sociosanitari e sul personale degli ospedali. Con buona pace delle promesse pre elettorali sia del centrodestra regionale, sia di quello nazionale”.
Il Ddl oggetto della discussione di oggi in consiglio regionale, più che una manovra ‘salva ASL’ è una ‘salva dirigenti’ nominati dalla maggioranza regionale. Quadri sempre più protetti e per questo sempre più arroganti, visto che alcuni direttori delle ASL e degli Enti ospedalieri non si sono nemmeno degnati di presenziare all’ultima seduta della Commissione sanità. Una gravissima mancanza di rispetto verso l’intera Commissione e la sua presidenza.
Stupisce che Regione Liguria si ostini a non fare i conti con il vero problema della sanità ligure.
Ed è lo sperpero di importanti risorse con una radice nota: A.Li.Sa. La maggioranza regionale sa bene quanto ci è constatato quel carrozzone, ne prenda atto e provi a fare buon uso delle critiche costruttive anziché bollare di ‘gufismo’ chi si oppone a una scelta scellerata.
In queste due legislature abbiamo sempre sostenuto l’inutilità della Super Asl, e il tempo ci ha dato ragione. E lo sa bene anche l’Ente, costretto ad affidare la gestione dei conti della sanità a una società di consulenza esterna al costo di 450.000 euro. Un clamoroso mea culpa.
Se A.Li.Sa era nata con il compito della programmazione, del coordinamento e del controllo della sanità ligure, con l’affidamento esterno la Regione Liguria l’ha di fatto commissariata, censendo il suo fallimento. Per evitare lo sperpero di ulteriori, importanti risorse, che a oggi si aggirano sui 400 milioni di euro, ne chiediamo ancora una volta la sua chiusura definitiva”.