La fine di un amore è qualcosa che si rivela, quando accade, non semplice da affrontare. Accanto all’aspetto sentimentale ed emotivo, da gestire ci sono le questioni pratiche, incluse quelle legali e finanziarie.
Se fino a non molti anni fa andare in tribunale era necessario, oggi non è più così, grazie a quanto stabilito a livello normativo rispetto a quello comunemente noto come divorzio consensuale.
Si tratta di una modalità semplice ed economica per la quale è possibile avvalersi di professionisti qualificati anche online: scopri di più a questo link. Una soluzione capace di dare una tutela concreta e allo stesso di far risparmiare tempo e denaro, la quale entra in vigore quando le parti interessate riescono a trovare un accordo. In questo articolo vediamo meglio di cosa si tratta.
Cos’è il divorzio congiunto o consensuale
Il divorzio è l’unico modo per porre legalmente fine al matrimonio, far sì di potersi risposare e allo stesso tempo che l’altra parte non possa succedere: aspetti che non permette invece la semplice separazione.
Il divorzio consensuale o congiunto risulta possibile unicamente nel momento in cui entrambi i coniugi riescono a raggiungere un accordo, non solo sulla volontà di porre fine al legame ma anche rispetto ai contenuti inerenti l’accordo stesso.
Qualora ciò non fosse per qualsivoglia motivo possibile, si dovrà necessariamente procedere per l’altra strada: quella classica che vede l’intervento di un giudice in tribunale, ben più lunga (minimo qualche anno) e costosa.
Si può avviare la pratica di divorzio congiunto già dopo 6 mesi dalla separazione, in linea con quanto disciplinato all’interno della legge sul divorzio breve: è indispensabile procedere con una dichiarazione di separazione. Per la separazione giudiziale devono essere trascorsi almeno 12 mesi.
I tempi possono essere accorciati, rivelandosi con valenza immediata, per alcuni casi particolari: un matrimonio contratto all’estero da parte di uno dei coniugi, lo scioglimento o l’annullamento della cerimonia, il compimento da parte di una delle due parti di reati gravi, l’assenza di consumazione.
I termini dell’accordo
Per avviare la procedura di divorzio consensuale si può procedere in due modi: presentando richiesta in Comune presso un ufficiale di Stato Civile oppure tramite il servizio di negoziazione assistita offerto da un avvocato specializzato.
Pertanto, la figura dell’avvocato divorzista risulta obbligatoria qualora vi fossero figli minori o non autosufficienti. Risulta comunque da preferire all’alternativa di fare da sé, dal momento che avere al proprio fianco un professionista non guasta assolutamente e si rivela utile a rimanere più lucidi.
Accanto all’affido e al mantenimento dei figli, il contenuto del divorzio consensuale potrà riguardare lo stanziamento di un eventuale assegno di mantenimento verso uno dei due coniugi, l’assegnazione della casa coniugale, la ripartizione di beni e immobili.
Conclusioni
La preferenza verso una divorzio congiunto attraverso la negoziazione assistita con l’affiancamento di un avvocato divorzista o matrimonialista risulta indubbiamente la strada da preferire, a fronte spesso di migliori condizioni contrattuali finali e a tempi, pochi mesi in genere, alquanto ridotti.
In questo modo l’accordo viene formalizzato tra gli avvocati senza bisogno di ricorrere all’intervento di un tribunale. Una procedura ben più lunga, onerosa e purtroppo dolorosa.