“Gli enti sul territorio sono stati il primo baluardo nel contenere l’emergenza Covid-19. Mentre a Roma si oscillava tra il ‘tutto aperto’ e il ‘tutto chiuso’, le Regioni hanno affrontato la situazione, mobilitato il proprio sistema sanitario e poi guidato questa fase di riapertura. Il risultato è che oggi nel ‘decreto Rilancio’ e nel prossimo ‘decreto Semplificazioni’ ci sono rischi gravi di fallimento di Regioni e Comuni”.
Lo ha dichiarato stamane il governatore ligure Giovanni Toti.
“I fondi stanziati – ha spiegato Toti – non bastano a pagare l’aggravio di lavoro e le perdite di molti settori, quindi i cittadini rischiano di vedersi togliere con una mano quel che si fa finta di dare con l’altra.
Ad esempio sul trasporto pubblico locale, che dovrebbe aumentare la propria offerta per evitare assembramenti, ma in realtà nella legge non ci sono nemmeno i soldi per gli attuali servizi.
Secondo, nel ‘decreto Rilancio’ si stanziano soldi per investimenti su sanità e opere pubbliche, ma se il Governo non avrà il coraggio di fare leggi semplici per spenderli, resteranno tutti lì fermi, senza produrre posti di lavoro e occupazione.
Tutti si riempiono la bocca del ‘Modello Genova’ ma nessuno a Roma ha il coraggio di applicarlo.
Si preferisce burocrazia e confusione. Così com’è si rischia il fallimento di Regioni e Comuni.
Se il Governo, visto che le Regioni hanno fatto un lavoro straordinario, vuole punirle per tornare a un bieco, ottuso e dannoso centralismo, senza considerare la volontà dei cittadini, noi lo contrasteremo in ogni modo.
Qualcuno sembra voler cancellare chi ha fatto bene al servizio dei cittadini, per evitare il confronto con chi invece così bene non ha fatto”.