In queste ultime settimane si è sentito molto parlare di plasma iperimmune e molte persone guarite dal Covid-19, Donatori e non, hanno contattato le nostre sedi Avis ed i Centri Trasfusionali per mettersi a disposizione donando plasma con anticorpi anti-Covid-19.
Innanzitutto va detto che al momento la terapia con plasma convalescente sui malati Covid-19 è ancora in una fase sperimentale ed al momento non si hanno ancora risultati scientifici tali da autorizzarne l’utilizzo su grande scala. L’infusione di plasma in generale, pur garantendo una assoluta sicurezza dal punto di vista della qualità, per sua natura può presentare delle complicanze sul ricevente e non sempre si presta alla somministrazione su tutti i tipi di pazienti, anche per questo motivo, anche dovesse esserne verificata l’efficacia, rimane comunque una terapia “emergenziale”.
Molte regioni si sono comunque mosse costituendo, a scopo cautelativo, delle banche di plasma iperimmune e anche la Liguria ha da poco aderito al protocollo “Tsunami” per questo tipo di sperimentazione.
L’obiettivo della nostra regione, adesso che la presenza di anticorpi nel plasma dei guariti è ancora alta, è quello di “fare scorta” di plasma sia per trattare coloro che rientrano nei protocolli di sperimentazione di questa cura, sia per essere pronti ad una eventuale recrudescenza del virus in autunno.
Chi può donare plasma iperimmune? Uomini e donne nullipare (donne che non hanno avuto gravidanze o aborti) che sono ufficialmente guariti, ossia dopo diagnosi con tampone positivo, ne è stata constata la guarigione mediante due tamponi negativi, oppure coloro che, pur senza precedenti diagnosi, abbiano rilevato da test sierologico positività per le IgG.
In entrambi i casi deve essere sempre verificata la completa guarigione dall’infezione. A queste condizioni si devono aggiungere tutti i requisiti per poter donare sangue e plasma, verranno inoltre eseguiti ulteriori test virologici ed altre verifiche per accertare la presenza di adeguato titolo di anticorpi neutralizzanti.
Come funzionerà la donazione di plasma iperimmune? Dopo aver compiuto tutte le verifiche opportune, dal punto di vista del prelievo sarà come una normale procedura di plasmaferesi presso le Unità di raccolta che effettuano il prelievo di plasma.
Un separatore cellulare separerà il sangue dal plasma, in questa maniera si riusciranno ad ottenere fino a 600 ml di plasma nel quale, tra le proteine, saranno presenti immunoglobuline anti-Covid19.
Successivamente il plasma così raccolto verrà sottoposto ad inattivazione virale con apposito macchinario presente presso il Servizio Trasfusionale S. Paolo di Savona e presto in arrivo anche al S. Martino di Genova.
Sarà quindi pronto per “uso clinico” ed essere infuso ai pazienti sottoposti a questo tipo di terapia oppure potrà essere congelato e conservato in appositi frigo-emoteche fino a circa 2 anni.
In Liguria è già possibile donare il plasma iperimmune? Il punto cruciale è definire adeguatamente i protocolli di selezione e stabilire bene quali sono le regole per valutare che la carica anticorpale per anticorpi neutralizzanti per il Covid-19 sia alta, pre-requisito fondamentale affinché la cura (con tutte le opportune premesse circa lo stato attuale di sperimentazione) possa essere efficace.
In questi giorni il Centro Regionale Sangue della Liguria sta lavorando proprio per definire questi protocolli.
Quale altro supporto può fornire il plasma dei convalescenti per la cura al Covid-19? Parallelamente alla sperimentazione sul plasma iperimmune la ricerca sta procedendo anche con l’obiettivo di realizzare farmaci realizzati con immunoglobuline dal plasma dei guariti.
Cosa possono fare i guariti dal Covid-19? Coloro che si trovano nelle condizioni descritte precedentemente possono contattare la propria sede AVIS o i Servizi Trasfusionali, comunicando la propria disponibilità e lasciando i propri contatti, in maniera da poter essere agevolmente contattati una volta ultimata la messa a punto delle procedure da parte dei Servizi Trasfusionali.
Il Plasma serve anche se “non è iperimmune”? Il plasma contiene numerose proteine e anticorpi, può essere “frazionato” per la realizzazione di veri e propri farmaci salvavita, tra cui la cura di malattie del fegato, patologie autoimmuni, emofilie, problemi di coagulazione e in tutti quei casi nei quali l’organismo non riesca a sintetizzare una particolare proteina.
Molti pazienti affetti da Covid-19 per sostenere le funzioni vitali sono, ad esempio, stati trattati con farmaci plasmaderivati.
A differenza della donazione di “plasma ad uso clinico”, la donazione di “plasma per uso industriale”, che avviene nella stessa identica maniera, può essere effettuata da tutte le donne, per le quali, non andando ad intaccare le riserve di ferro, è particolarmente indicata.
Il modello italiano: donazione gratuita e conto-lavorazione del plasma
In Italia la donazione di sangue e plasma è gratuita e solidale, quanto donato è e rimane di proprietà delle regioni e concorre all’autosufficienza nazionale.
La trasformazione del plasma, della quale si occupano le aziende farmaceutiche, avviene in conto-lavorazione. Questo approccio garantisce che tutto il plasma raccolto ritorni nella nostra regione trasformato in farmaco.
Così, mentre in buona parte del mondo, la raccolta avviene a pagamento da parte delle industrie che decidono in base alle offerte di mercato, non solo il prezzo, ma anche dove e a chi vendere i loro farmaci, in Italia siamo sicuri di un approvvigionamento proporzionale al plasma che abbiamo raccolto.
Anche per questo è molto importante donare il plasma e cercare di raggiungere l’autosufficienza dei farmaci plasmaderivati.
Sangue o plasma? Cosa donare quindi? Prima di tutto, dipende dalle caratteristiche del Donatore ed il medico saprà consigliare di conseguenza.
Anche se molti lo sono, non tutti infatti sono adatti a tutti i tipi di donazione. Un’altra considerazione riguarda il fabbisogno. In particolare per il sangue che, una volta donato, dura solo 42 giorni, è importante donare quando serve e quello che serve. In questo momento ad esempio stanno riaprendo le sale operatorie e gli ambulatori e si prevede che il fabbisogno di sangue aumenterà.
Nelle scorse settimane la Liguria, con un grande gesto di solidarietà, ha supportato altre regioni in difficoltà attingendo dalle proprie scorte riservate alle maxi-emergenze ed ora è necessario ripristinarle. Inoltre in questi ultimi giorni il Centro Regionale Sangue ha comunicato in particolare una carenza di 0 negativo.
Per quanto riguarda il plasma, esiste un piano di autosufficienza nazionale e le problematiche degli ultimi mesi hanno rallentato anche la raccolta di plasma è quindi importante andare a donare anche il plasma, per poter garantire un conferimento adeguato alla produzione di farmaci plasmaderivati che potranno così essere disponibili tra qualche mese, una volta lavorati, per i nostri pazienti.
Per una maggiore programmazione e per gli adempimenti necessari a contrastare il contagio Coronavirus è necessario prenotare la donazione di sangue o di plasma sia presso le unità di raccolta AVIS sia presso i Servizi Trasfusionali.
“Questa – conclude Avis – è solo una parte del complesso sistema sangue che quotidianamente supporta il Servizio Sanitario ed i malati, un sistema che non si è mai fermato, nemmeno nelle fasi più acute della pandemia. Grazie ai numerosi Donatori che si sono recati a donare, a tutto il personale sanitario del mondo trasfusionale e a tutti i Volontari Avis. La disponibilità di tutti loro ha garantito la sicurezza delle sedi, delle persone e soprattutto la cura dei malati”.