L’uomo in passato sarebbe stato denunciato per maltrattamenti
Emergono nuovi dettagli sulla tragica vicenda di Sampierdarena, dove una donna albanese di 31 anni si è tolta la vita lanciandosi dalla finestra del quarto piano di un’abitazione in via Cantore. L’episodio, che ha sconvolto il quartiere e tutta Genova, si intreccia con un contesto familiare complesso e delicate indagini in corso.
La denuncia per radicalizzazione
Prima del tragico gesto, la donna aveva denunciato il marito per maltrattamenti, sostenendo che si fosse radicalizzato e frequentasse presunti terroristi. La denuncia ha dato il via a una serie di accertamenti condotti dal pubblico ministero Luca Scorza Azzarà, ma la Digos ha escluso qualsiasi coinvolgimento dell’uomo in attività terroristiche.
Secondo quanto dichiarato dal marito tramite la sua legale, l’avvocata Anna Serafino, la denuncia sarebbe stata frutto di gelosia. “L’uomo si è sempre occupato della famiglia, provvedendo a tutte le necessità”, ha sottolineato il legale, cercando di fornire una diversa interpretazione dei fatti.
Un rapporto familiare difficile
La situazione familiare sembra essersi deteriorata ulteriormente alla fine del 2022, in coincidenza con la nascita dell’ultimo figlio della coppia. Il marito era stato arrestato per un giorno nel 2023 dopo aver chiuso in casa le sue due sorelle per andare in moschea, episodio per il quale era stato condannato a pochi mesi di carcere.
Tuttavia, il legale sottolinea che si tratta di eventi del passato, che non avrebbero avuto un legame diretto con il gesto estremo della donna.
Indagini in corso
Le autorità continuano a indagare per ricostruire nel dettaglio le circostanze che hanno portato alla tragedia. Gli accertamenti mirano a chiarire eventuali responsabilità e a comprendere il contesto psicologico e sociale in cui viveva la donna.
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