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Donne e Madonne bianche e nere in mostra ad Albenga

A Palazzo San Siro fino al 31 marzo una interessante mostra che vuole far dialogare dipinti religiosi e devozionali e con opere africane legate al culto della maternità

La locandina della mostra

Dopo il grande successo dell’ esposizione che ha inaugurato le iniziative culturali di Palazzo San Siro, l’ evento-omaggio dedicato al famoso cultore tedesco Rainer Kriester (Plauen,1935- Vendone, 2002), oggi Annamaria Vercellino inaugura la mostra “Donne e Madonne, bianche e nere”.

“Prosegue – commenta la Vercellino- la nostra attività culturale no-profit di “Palazzo San Siro” con questo evento che omaggia le donne e che si inaugura proprio nella giornata a loro dedicata”. Fino al 31 marzo l’esposizione proporrà ai visitatori antichi dipinti ispirati a soggetti femminili insieme ad antiche sculture di Arte Primaria: “ Si tratta – spiega il promoter, critico d’arte e curatore Giuliano Arnaldi- del consueto format che la Fondazione Tribaleglobale propone in occasione della Festa della Donna. Questa volta però lo abbiamo voluto realizzare in associazione con Palazzo San Siro”.

Fra le tante opere di rilievo esposte da segnalare, per la prima volta dopo il restauro accurato, un dipinto inedito rinvenuto nei fondi di un antico Palazzo nei pressi di Moncalvo (Asti), e attribuibile, secondo Alessandro Ghillino, collezionista ed esperto in pittura antica del XVII secolo, al Maestro Guglielmo Caccia (Montabone, 9 maggio 1568 – Moncalvo, 13 novembre 1625) detto il Moncalvo. Il restauro è stato eseguito da Laura Romanengo, nel proprio laboratorio di Genova. Tra le opere esposte vi sono anche un’opera del savonese Gio Stefano Robatto (Savona, 1652 – 1733) raffigurante l’ Incontro fra Maria e Sant’Anna, una imponente tela (cm 157 x 102) di Antonino Alberti detto il Barbalonga (Messina, 1600 – 2 novembre 1649) e numerosi dipinti presentati in forma di dialogo fra opere d’arte occidentali ed Africane legate al culto della Grande Madre.

“L’arte ci consente di riflettere sulla potenza evocativa della donna- affermano all’ unisono la Vercellino ed Arnaldi- dei suoi saperi e della sua bellezza ma anche e soprattutto su ciò che essa rappresenta ai giorni nostri e in particolare nella nostra società, di come essa in taluni casi venga defraudata in ogni suo essere fino, ad arrivare alla vita che è il bene massimo. L’ 8 marzo è anche l’ occasione per riflettere affinché ci sia una presa di coscienza più coinvolgente da parte di tutti nel nome dell’ arte e della bellezza”.
La mostra sarà visitabile gratuitamente, secondo le procedure dettate dalle norme legate al Covid, su appuntamento telefonando ai numeri 0182 630233 e 3473859284.
CLAUDIO ALMANZI