I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato la perdita dell’impiego (mitigata da venti mesi di stipendio come indennità risarcitoria) per un elettricista di Fincantieri che anzichè procedere insieme ai colleghi alla rimozione di materiale elettrico sulla nave ‘Seven Seas Esplorer’ in consegna all’armatore, si era chiuso in una cabina per mettersi a dormire durante l’orario notturno ed era stato sorpreso dalla guardia giurata nella ronda di controllo.
Lo ha riferito oggi l’agenzia Ansa.
In primo grado, i giudici del Tribunale di Genova avevano ordinato il reintegro dell’elettricista, Corrado C., annullando il licenziamento e ordinando a Fincantieri di pagargli le retribuzioni maturate dall’espulsione nel 2016 al ripristino del rapporto di lavoro.
Nel 2018 i colleghi della Corte di Appello del capoluogo ligure aveva dichiarato illegittimo il licenziamento per giusta causa ma aveva dichiarato risolto il rapporto di lavoro concedendo a Corrado C. solo una indennità risarcitoria in misura di venti mensilità e quella di mancato preavviso.
Senza successo l’elettricista ha fatto ricorso alla Suprema Corte per riavere il suo posto.
Ad avviso degli ‘ermellini’ è da confermare (verdetto 1891) la sentenza d’appello in quanto “pur ritenendo anch’essa la misura disciplinare sproporzionata all’addebito, ne escludeva la punibilità con la sola sanzione conservativa” prevista dal contratto di settore (multa o sospensione dal lavoro) “per avere Corrado C. tenuto un comportamento contrario al dovere di diligenza, non immediatamente riscontrabile dal datore di lavoro, ma di occultamento in luogo appartato (quale la cabina di una nave chiusa all’interno) per mettersi a dormire, quando invece lo si credeva intento a lavorare così aggravando l’inadempimento con la violazione della regola di correttezza e buona fede nell’esecuzione del contratto”.
Gli alti magistrati hanno respinto anche il ricorso di Fincantieri che continuava a insistere per il licenziamento per giusta causa.