Il deputato Borghi (Lega): Non ricordo in Parlamento alcuna discussione su questo tema (dell’Ucraina nella Ue)
Emmanuel Macron, Mario Draghi, Olaf Scholz e Klaus Iohannis, rispettivamente leader di Francia, Italia, Germania e Romania si sono recati ad un incontro a Kiev da Zelensky per far riprendere i negoziati con Putin e la Russia e per la candidatura dell’Ucraina alla Ue.
Proprio il premier italiano Mario Draghi ha detto “L’Italia vuole l’Ucraina nell’UE, vuole che abbia lo status di candidato e sosterrà questa posizione nel prossimo Consiglio europeo”. Anche Germania, Francia e Romania si sono dette favorevoli alla concessione dello status di candidato all’UE all’Ucraina.
Draghi, Ucraina nella UE: la reazione del deputato Borghi (Lega)
A tale proposito dall’Italia il deputato Claudio Borghi su Twitter ha commentato: “È molto interessante che Draghi abbia detto che l’Italia vuole l’Ucraina nella UE. Non mi ricordo però in Parlamento alcuna discussione su questo tema, non mi pare di aver potuto mai dire la mia e non mi pare che in Parlamento si sia potuto valutare finora le implicazioni di ciò” ed ancora: “Per il sistema di contribuzione UE l’Ucraina diverrebbe percettore di enormi somme e il nostro contributo netto aumenterebbe di molto. Non sono egoista io ma non essendo soldi miei mi pare opportuno che gli Italiani lo sappiano e i rappresentanti facciano una scelta informata no?”.
È molto interessante che Draghi abbia detto che l’Italia vuole l’Ucraina nella UE. Non mi ricordo però in Parlamento alcuna discussione su questo tema, non mi pare di aver potuto mai dire la mia e non mi pare che in Parlamento si sia potuto valutare finora le implicazioni di ciò
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) June 16, 2022
“Vogliamo la pace – ha detto Draghi – ma l’Ucraina deve difendersi ed è l’Ucraina a dover scegliere la pace che vuole, quella che ritiene accettabile per il suo popolo. Solo così può essere una pace duratura”.
Draghi, Ucraina nella UE: la carestia
Per la prima volta Mario Draghi ha parlato di “carestia”.
“Ci sono due settimane per sminare i porti, ha detto Draghi. Il raccolto arriverà alla fine di settembre e una serie di scadenze sempre più urgenti che ci avvicinano al dramma inesorabilmente. Occorre creare corridoi sicuri con la massima urgenza per il trasporto sicuro per il grano ed evitare una catastrofe”.. “L’impressione che queste scadenze si stiano avvicinando con il dramma di una carestia mondiale incentrata nei paesi più poveri si stia avvicinando”.