Spacciavano droga nella zona rossa del Ponte Morandi, in Valpolcevera e nel Ponente genovese. I carabinieri di Genova hanno sgominato una banda di ecuadoriani e, a seguito delle indagini, sono finiti in carcere anche tre albanesi e una giovane donna ucraina.
“Dalle prime luci dell’alba di oggi – hanno dichiarato dal Comando provinciale die carabinieri – i militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Genova nei confronti di 7 soggetti (tutti di origine ecuadoriana – ALAVA ARTEGA N. classe ’89, ALAVA ARTEGA B. classe ’91, CEDENO BRIONES T. classe ’94, ALVAREZ IBARRA M. classe ’91, ESPINOZA ALAVA A. classe ’93, ALCIVAR VASCONEZ D. classe ’00, MEZA CRESPO E. classe 9’6), ritenuti a vario titolo, responsabili del reato in concorso di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente.
I provvedimenti scaturiscono dall’attività di indagine denominata ‘El cartel’, condotta dal Comando Compagnia di Genova Centro e coordinata dalla procura della Repubblica di Genova.
L’indagine ha preso avvio, a maggio 2019, dalle numerose dichiarazioni e informazioni raccolte dai carabinieri di Ge-San Teodoro e Scali che avevano subito fatto emergere la presenza continua e costante, nelle aree interessate, di giovani sudamericani intenti a smerciare dosi di sostanza stupefacente.
Le attività che ne sono scaturite, proseguite dal Nucleo Operativo della Compagnia di Ge-Centro con metodi tradizionali (da maggio a luglio 2020) e attività di intercettazione, hanno consentito di tracciare una vasta rete di contatti, acquirenti e piccoli pusher locali che gravitavano intorno a tre principali indagati, acclarandone il ruolo quasi monopolista nello smercio di droga nei territori dell’area occidentale del capoluogo ligure.
In particolare, i numerosi incontri con gli acquirenti abituali e i diversi approcci con potenziali clienti avvenivano anche nelle adiacenze della ‘zona rossa’ creata all’indomani del crollo del Ponte Morandi.
La misura cautelare in carcere odierna è rivolta, quindi, a 3 spacciatori ‘capofila’ (i fratelli ALAVA ARTEGA e CEDENO) responsabili dell’acquisto dai grossisti e dell’organizzazione generale della rete di spaccio. Mentre la misura dell’obbligo di dimora e l’avviso di conclusione delle indagini colpisce altri 6 soggetti connazionali minori, deputati al procacciamento degli acquirenti e alla gestione dello spaccio nei vicoli e nelle piazze.
Nel corso delle investigazioni sono stati effettuati, a riscontro, 3 arresti in flagranza di reato con il conseguente sequestro di circa 2 chili di sostanza stupefacente.
Dall’esito delle perquisizioni domiciliari, gli investigatori hanno trovato e sequestrato 500 grammi di marijuana, una modica quantità di cocaina, 50 millilitri di metadone e la somma in contanti di 2.000 euro circa, provento dell’illecita attività.
Contestualmente, sono stati disposti dei servizi a largo raggio nella periferia cittadina tesi a infrenare lo spaccio di sostanze stupefacenti, nel corso dei quali i carabinieri hanno arrestato 4 cittadini stranieri.
M.D. di 23 anni, fermato alla guida di un veicolo veniva sottoposto a perquisizione personale e veicolare. Nascosto sotto il vano del posacenere, gli operanti, rinvenivano un involucro che conteneva 200 grammi di cocaina.
Poco più tardi, un altro straniero, poi identificato in B.H. di 21 anni albanese, è stato visto salire su un veicolo parcheggiato, con a bordo un suo connazionale, E.R. di 33 anni.
I due, dopo l’identificazione, sono stati trovati in possesso di ulteriori 100 grammi di cocaina e di 1.500 euro in contanti, provento dell’illecita attività.
Successivamente, perquisite le rispettive abitazioni, in una di queste vi era una 26enne ucraina, venivano recuperati 10 grammi di cocaina e poi in un doppio fondo di un armadio quasi 19 chili di marijuana e circa 3.000 euro, tutto sequestrato.
Pertanto, dopo le formalità di rito, le persone straneire sono state arrestate per spaccio di sostanze stupefacenti e rinchiuse presso le case circondariali di Marassi e Pontedecimo”.