I responsabili della Polizia di Stato di Genova stamane hanno comunicato di avere arrestato tre persone, tutte residenti in provincia di Verona con le accuse di concorso in importazione di sostanze stupefacenti, aggravata dall’ingente quantità.
Sono stati sequestrati quasi 700 panetti di hashish, per un peso di 160 chili, nascosti in balle contenenti lana grezza, provenienti dal Marocco. Questo è uno degli ingegnosi sistemi architettati per importare, attraverso il Porto di Genova, la droga destinata ai mercati del Nord-Est d’Italia.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura genovese hanno avuto inizio, circa un anno fa, con il sequestro dell’hashish al porto di Genova.
Nel giugno dello scorso anno, infatti, gli investigatori della Squadra Mobile, erano intervenuti presso lo scalo portuale del capoluogo ligure alla ricerca di droga nascosta tra materiale tessile contenuto in un container proveniente dal Marocco e destinato a una ditta con sede nella provincia veronese.
Grazie anche al fondamentale contributo dei colleghi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sono riusciti ad isolare alcuni container sospetti tra le migliaia che giornalmente transitano nel porto cittadino.
I successivi approfondimenti, curati dai funzionari del Reparto Antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Genova 1 che hanno incrociato un’enorme mole di dati relativi al traffico merci (mittenti, destinatari, rotte e altro), hanno consentito di restringere la ricerca ad un numero ridotto di container da passare al setaccio.
L’utilizzo dello scanner di cui è dotato lo scalo genovese ha poi rafforzato la convinzione di aver individuato il “carico” giusto, dando il via a una lunga ispezione del container, alla quale ha partecipato anche personale della Squadra Cinofili dell’U.P.G. e S.P. e del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica.
All’interno di quattro balle, le cosiddette “big ball”, contenenti lana grezza mista a sterco, usato probabilmente per ingannare il fiuto dei cani antidroga, sono stati, quindi, trovati i circa 700 panetti di hashish.
Secondo l’ipotesi di accusa, il 30enne Alessandro Paci, trentenne è considerato il mandante dell’importazione della droga. Per suo conto, El Maaroufi Imad, cittadino italiano di origine marocchina si sarebbe attivato per organizzare la spedizione grazie anche a una rete di collegamento attiva nel Paese di origine.
Entrambi, quindi, si sarebbero avvalsi della collaborazione di Isidoro Dondi, un imprenditore 70enne che avrebbe messo a disposizione dei complici la logistica di una delle società a lui riconducibili, figurando quale importatore della lana.
Sulla scorta del quadro indiziario così raccolto, il gip del Tribunale di Genova ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per i 3 indagati.
Due arresti sono stati eseguiti a Verona con la collaborazione degli agenti della Squadra Mobile scaligera, mentre il terzo arrestato è stato rintracciato a Livorno, in procinto di partire per la Sardegna, e fermato, pochi istanti prima dell’imbarco, dai poliziotti della Frontiera Marittima del capoluogo toscano.