I Carabinieri di Chiavari nei giorni scorsi hanno smantellato una rete di spacciatori di droga attiva nel Tigullio e all’alba di oggi hanno arrestato 4 italiani.
Gli arresti sono scattati nelle province di Genova, Parma e Como. Le accuse, a vario titolo, sono di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso ed estorsione aggravata per essere stata commessa con armi.
Contestualmente, è stata data esecuzione alle misure di obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e dell’obbligo di dimora nel Comune di Genova a carico di altri due indagati.
Il provvedimento restrittivo scaturisce dall’indagine “Caro diario” avviata nell’agosto 2017 dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Chiavari, coordinata dalla Procura di Genova, i cui esiti hanno permesso di accertare l’operatività di un folto gruppo di spacciatori al dettaglio tra Genova, Recco e Chiavari.
La banda era specializzata negli acquisti a credito della sostanza stupefacente e nella successiva cessione al dettaglio, soprattutto a minorenni.
L’indagine si è iniziata grazie alla segnalazione fatta ai carabinieri di Chiavari dalla madre della fidanzata minorenne di uno degli indagati.
La donna ha raccontato che la figlia frequentava un giovane non del posto, da lei indicato come “poco raccomandabile”.
Contestualmente, la chiavarese ha consegnato una pagina del diario della figlia sulla quale vi erano alcune annotazioni, poi rivelatesi collegate all’attività di spaccio di droga del fidanzato.
Le successive indagini hanno quindi consentito di accertare che gli indagati fossero legati da un legame affaristico di compravendita della droga, peraltro ceduta “a credito”.
La modalità scelta per la compravendita ha quindi creato tensioni tra i vari spacciatori, sfociate, almeno in un caso, in un’estorsione.
Infatti, nel corso di un incontro tra fornitore e due acquirenti, a causa del mancato pagamento di pregresse forniture, uno degli indagati, al fine di costringere i clienti a saldare i debiti pregressi, ha minacciato di morte un acquirente puntandogli un coltello alla gola e poi ha picchiato l’altro ferendolo con una coltellata alla coscia.
Tuttavia, malgrado le ferite, i due pusher non hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari del pronto soccorso nel timore di essere costretti a rivelare le origini delle lesioni e di attirare su di loro l’attenzione delle Forze dell’ordine.