Il boom dei consumi, che anche in Liguria è favorito dal grande caldo e dalla voglia di passeggiare all’aria aperta, ha accentuato la voglia di gelato
Nonostante le difficoltà della Fase 2 è il settore ripartito con più decisione, che ha iniziato ad impattare positivamente, a livello locale, anche sulle imprese fornitrici di materie prime a km0, quali, ad esempio latte e frutta. A sostegno dei consumi di coni e coppette si aggiunge, inoltre, un 2020 che con una temperatura superiore di 1,41 gradi la media storica, si classifica, fino ad ora, come il più caldo da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800.
Di gelato ne consumiamo oltre 6 chili a testa all’anno e ad essere preferito è di gran lunga quello artigianale, nei gusti storici liguri, anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire “specialità della casa” che incontrano le attese dei diverse target di consumatori, seguendo i pilastri delle produzioni locali. Nella sua storia la Liguria ha avuto un ruolo fondamentale sull’origine e sulla valorizzazione di questo prodotto senza tempo a livello mondiale: fu infatti il genovese Giovanni Bosio, che nel 1770 aprì la prima gelateria italiana artigianale a New York, ad esportarlo oltre oceano, rendendo famosa la Panera, antica prelibatezza semifredda ligure preparata per far consumare il caffelatte in estate ai bimbi, e aprendo la strada alla moda dell’ice cream americano. Altrettanto noto anche all’estero è poi il famoso Paciugo, un gelato molto ricco, miscuglio di gusti differenti, che si vuole nato dalla fantasia di una gelataia di Portofino nel primo Novecento.