La manager Ivana Semeraro di Icon Infrastructure, fondo da 8 miliardi di dollari, avrebbe confermato nelle intercettazioni di non avere inviato finanziamenti a Toti e al suo comitato elettorale.
In sostanza, avrebbe opposto un rifiuto alla presunta richiesta dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli di finanziare per 40mila euro il comitato in quanto a suo avviso “questi pagamenti possono essere visti come corruzione”.
E’ quanto emerge dalle indagini della Procura di Genova nell’ambito della maxi inchiesta su corruzione elettorale che ha portato agli arresti domiciliari il governatore ligure Giovanni Toti, secondo quanto riportato oggi dai quotidiani La Repubblica, Corriere della Sera e Fatto Quotidiano.
Almeno in questo caso, quindi, non pare sussistere l’elemento concreto della corruzione elettorale. Tenendo presente che le difese hanno sempre parlato di finanziamenti al comitato di Toti avvenuti “tutti in modo tracciato e trasparente”.
Spinelli, scrivono i quotidiani, è socio della Icon Infrastructure nel Porto di Genova e avrebbe chiesto al Fondo di accollarsi un finanziamento da 40mila euro. Secondo la tesi accusatoria, avrebbe voluto usare come schermo il fondo di investimento inglese per evitare di comparire tra i finanziatori di Toti.
Sempre secondo quanto emerso dalle carte della Procura e riportato dai quotidiani, il figlio di Spinelli, Roberto, sarebbe stato sollevato dal “no” di Semeraro: “Quando Semeraro mi ha detto che non poteva autorizzare il pagamento io ero l’uomo più felice del mondo. Mio padre poi ci dribblava, dava l’ordine diretto. Io ho fatto legge e ho anche studiato negli Stati Uniti, non posso chiedere a un fondo di schermarmi”.
I quotidiani pubblicano anche uno stralcio delle conversazioni intercettate dagli inquirenti fra Aldo Spinelli e Ivana Semeraro, che sarebbe avvenuta il 20 settembre 2021.
“Ciao Aldo – avrebbe detto la manager Semeraro – abbiamo un po’ di problemi ad approvare quel pagamento di… la donazione, alla… al comitato di Toti..”.
Spinelli sarebbe stato sorpreso: “Perché?”.
“Perché è un problema di reputazione – avrebbe risposto l’altra – perché comunque nelle regole della nostra policy non possiamo fare donazioni a partiti politici, perché può essere vista come…”.
“Ma noi l’abbiamo fatto sempre tutti gli anni” avrebbe insistito Spinelli.
E Semeraro avrebbe insistito: “Prima di noi. Ma non da quando siamo arrivati noi, Aldo. Perché i partiti politici ovviamente fanno parte delle varie istituzioni e quindi questi pagamenti possono essere sempre un po’… visti come corruzione”.
Spinelli allora le avrebbe detto: “Lo so, ma gioia, sai cosa…”.
Semeraro avrebbe ancora detto: “Lo so, io capisco che per te è importante supportare a livello locale…”.