“Ci verrebbe da sorridere per come cambiano i tempi e le opinioni di certa gente, ma onestamente di divertente qua non c’è proprio nulla. Scopriamo che l’A.N.P.I. di Savona, cosi solerte nel voler negare una tragedia ed un genocidio di massacri delle foibe, unanimemente riconosciuto ormai a livello internazionale, adesso ha sguinzagliato un cosiddetto ‘gruppo di ricerca sui falsi storici Nicoletta Bourbaki’ che non abbiamo il piacere (o viceversa, la sfortuna) di aver mai sentito nominare prima”.
Lo hanno dichiarato i responsabili del movimento di estrema destra Forza Nuova di Savona.
“Questo ‘gruppo di ricerca sui falsi storici Nicoletta Bourbaki’ giovedì scorso ha tenuto un incontro presso la Società Mutuo Soccorso Generale di Savona, con la complicità della geniale assemblea di ‘Villapiana Antifascista E Antirazzista’ in cui, con doti investigative degne del miglior Sherlock Holmes, ha ‘smascherato’ quello che, loro e soltanto loro, ritengono (non capiamo su quali basi), un falso storico.
Ossia l’eccidio dei duecento marò del battaglione “San Marco” di stanza al Giovo e al Sassello, avvenuto sul Monte Manfrei, intorno al 28 aprile del 1945, ad opera dell’eroico capo partigiano del battaglione garibaldino Melchiorre Vanni.
Ci chiediamo, e saremmo curiosi, di ascoltare direttamente tale gruppo di ricerca sui falsi storici Nicoletta Bourbaki, per sapere su quali fonti basano il loro diniego di una verità storica, certa e conclamata.
Vorremmo sapere tante cose, ma di una cosa siamo certi.
Ormai la coltre di nobiltà d’animo che circonda i partigiani e il loro agire si sta sciogliendo come neve al sole.
L’ostinato e testardo negazionismo di fronte a fatti incontrovertibili come quelli dell’eccidio di Monte Manfrei e delle responsabilità partigiane di quella strage ne sono la prova lampante.
Perciò sappiano l’A.N.P.I. di Savona, i suoi sodali e il novello gruppo di ricerca sui falsi storici Nicoletta Bourbaki dei poveri, che la verità non potrà mai essere ribaltata né truccata. Forza Nuova sarà sempre in prima linea a ricordarvelo, come una spina nel fianco”.