“Amico mio lo sai verrà domani, e dopo tanto tempo tornerò, perché ci lega un filo, un filo che mi porta dritto a lei”. Sono le note di Lettera da Amsterdam che accompagnano l’ingresso in campo dei blucerchiati in ogni gara casalinga. Un inno all’amore che è destinato a durare nonostante la distanza o le diverse direzioni che la vita a volte ci impone di prendere.
Lettera da Amsterdam (audio)
Così proprio quando le squadre entrano in campo sulle note dell’amore e della nostalgia, c’è chi in ogni angolo del globo può pensare che quella canzone sia stata scritta per lui.
Sono i figli di Lettera da Amsterdam, doriani costretti a emigrare per lavoro o altre svariate ragioni, o locali che si sono innamorati della Sampdoria; d’altronde la maglia più bella del mondo riesce ad avere un eco internazionale. Anche se molto merito è dovuto al retaggio degli anni 80/90 che sicuramente hanno garantito maggiore visibilità, visti anche i successi sportivi.
Nonostante questo resiste una buona presenza di doriani all’estero e ne sono testimoni i vari club sparsi per il mondo: dall’Europa al Brasile, da New York a Buenos Aires, dalla Corea ai paesi del Grande Nord. Una rete di club che comunica e diffonde Sampdoria in tutte le lingue e che è in costante contatto con il mondo blucerchiato.
La questione covid ha ovviamente colpito anche qui, essendo un’emergenza a livello globale. Ma proprio questa settimana, in occasione del turno infrasettimanale di Samp – Atalanta, il club di Bruxelles ha ripreso il ritmo.
Il Samp club di Bruxelles in Belgio rappresenta un nucleo storico di persone che vivono in Belgio da tanti anni, ed essendo poi la capitale, una città molto dinamica, permette ogni anno di aggiungere giovani tirocinanti o studenti che si legano così alla vita di club, anche se a volte solo temporaneamente.
Il collettivo venne fondato nel 2008 ed è affiliato alla Federclubs, molto utile per la gestione e la comunicazione verso i club esteri che sono tenuti in grande considerazione. Andrea Curri racconta le iniziative organizzate dal club pre pandemia: “La principale attività era radunarsi e vedere le partite e poi con la Federclubs si riuscivano ad organizzare le visite a Genova, in cui spesso riuscivamo nel pre partita ad andare anche negli spogliatoi. Erano belle iniziative ma questo ad esempio oggi non è più possibile.”
Il club di Bruxelles rappresenta un grande melting pot: fondato da un maltese, frequentato dai locali e poi da italiani provenienti da ogni angolo della Penisola.
“Di solito scendevamo a Genova nel periodo pre sosta natalizia, alcuni di noi ne approfittavano perché comunque sarebbero tornati a casa. Però abbiamo comunque organizzato grandi trasferte come a Barcellona per il Torneo Gamper, per l’amichevole di Rotterdam del 2009 o quella a Newcastle” – prosegue Curri – “per noi ovviamente è più facile e comodo, magari quando capita qualche incontro con squadre o città vicine, quando prima si bazzicava in Europa avevamo più occasioni per vederla.”
I tempi sono cambiati ma la passione e la voglia di seguirla non cambia e infatti Curri con grande entusiasmo racconta della serata di Samp – Atalanta, finalmente a Bruxelles le regole covid lo consentono e sono tornati a radunarsi al tavolo del solito bar, che garantisce di trasmettere sempre le partite della Sampdoria.
Restiamo in Europa nella città del football: Londra, sede del Sampdoria Club of England fondato nel 2016 sulle ceneri del vecchio club di Londra, che era presente sia in terra inglese sia a Genova. L’intento del club è quello dell’ideale lasciato dal vecchio presidente Roberto Mastrucci: creare un ponte tra Genova e Londra, aiutando e facilitando lo spostamento sia per una sia per l’altra direzione.
Oggi il Presidente è Davide Gillo e il numero di iscritti si aggira intorno ai 200.
Gillo – che ha vissuto in Inghilterra fino all’anno scorso – racconta che l’attività principale del club è vedere insieme le partite.
“Solitamente come sede utilizzavamo un pub vicino all’ambasciata italiana poi al << Naughty sports bar>> e di solito eravamo 15/20 persone ma nelle grandi occasioni, come i derby, arrivavamo anche a 50/60 persone”.
Nel Club di Gillo ci sono molti inglesi, tifosi e simpatizzanti della Samp, sarà per la maglia, per la storia degli anni d’oro, per il passaggio di illustri giocatori inglesi tra le fila blucerchiate, ma la Samp cattura proprio tutti.
Adesso nel mirino del Samp club londinese c’è il derby: “stiamo cercando un locale dove vederlo, e poi si valuterà se qualcuno riuscirà a venire allo stadio.
Di solito eravamo sempre presenti, magari a turni, ma qualcuno di noi in rappresentanza del club c’era sempre; ora è ovviamente più complesso.”
La vera sorpresa arriva dalla Corea del Sud, dove Tarik Tae Hyun Kim ha fondato un club blucerchiato che raduna una decina di amanti della Sampdoria. La sua passione per i colori doriani nasce per caso nel 2007, racconta infatti di aver visto per caso gli highlights del match contro il Cagliari in cui andarono a segno Volpi, Maggio e Caracciolo.
Ne restò affascinato e poi dopo qualche giorno gli capitò tra le mani un articolo sul Derby della Lanterna. “Pensai che fosse destino” mi dice, e da li comincia il suo amore, che va oltre la distanza e le tantissime difficoltà per seguirla.
Tarik racconta: “Sono stato a Genova nel 2018, sono andato in gradinata in occasione della partita contro il Chievo e poi ho approfittato del soggiorno, arrivando fino a Torino per seguire il match fuori casa contro la Juve”.
Certamente non sarà facile mantenere l’impegno: “ho problemi a seguirla anche da casa, a causa del fuso orario di otto ore, cerco gli articoli e le informazioni su internet e le traduco poi per gli altri sostenitori”.
Un vero e proprio impegno, una missione quella di Tarik, di portare un po’ di Samp anche in Oriente – dove la Serie A non è molto richiesta e comunque dà maggiore spazio alle “Big” – e poi lui ad ogni modo vive di Sampdoria: “con gli amici del club giochiamo a calcio, parliamo della situazione Samp che tutti cerchiamo di seguire quanto possibile, e poi colleziono magliette, ne ho più di 70 e tutte targate Samp. Adesso spero di arrivare a 100 e di tornare a Genova al più presto! Sarebbe un sogno assistere finalmente al Derby della Lanterna!”.
Così eccoli i figli di Lettera da Amsterdam, sparsi per il mondo ma accomunati dalla passione e dalla missione di diffondere il credo e l’idea di Sampdoria, e poi chissà “e dopo tanto tempo tornerò”. Francesca Galleano
La vita dei club blucerchiati messa in stand-by | Prima parte
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