Nato da un’idea del Direttore del Teatro Nazionale Davide Livermore, accolto con entusiasmo da Luca Bizzarri, Presidente della Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale, il progetto Edipo: io contagio riflette sulla pandemia partendo da una delle più famose tragedie greche, l’Edipo Re di Sofocle, in cui il protagonista si interroga sulla terribile pestilenza che ha colpito la città da lui governata, Tebe, e su come provare ad arrestare il contagio.
La tragedia di Sofocle offre uno specchio implacabile al periodo storico che stiamo vivendo, ma la mostra performativa – fruibile durante questi mesi attraverso una serie di video – risponde soprattutto all’urgenza di riaffermare l’importanza della cultura teatrale in tempo di crisi e all’esigenza di proteggere e tutelare l’occupazione di artisti e maestranze.
Sono 12 i performer già attivi nel progetto, selezionati grazie a una call lanciata all’indomani del Dpcm che il 25 ottobre 2020 chiudeva per la seconda volta i teatri al pubblico come misura di contenimento della diffusione del Covid19. La mostra si articola in sei stanze.
Tra le musiche inquietanti di Andrea Chenna, i visitatori si imbattono in maestosi cavalli, tappeti di sangue, una jeep esplosa, bestie macellate, mentre i performer, ciascuno chiuso in un box trasparente, recitano brevi estratti dall’opera di Sofocle, interrogandosi sulle responsabilità dell’uomo nel disastro, in un crudele gioco del destino in cui si è ora vittime, ora colpevoli.
Gli spettacolari elementi scenografici in mostra sono stati messi a disposizione dal Teatro alla Scala.
Nelle prossime settimane sarà possibile visitare gratuitamente la mostra performativa il lunedì dalle ore 16 alle 19 e dal martedì al venerdì dalle ore 12.30 alle 19 (ultimo ingresso previsto alle ore 18.30, prenotazioni aperte da martedì 2 febbraio sul sito del Teatro Nazionale di Genova).
Il pubblico avrà accesso da Piazza Matteotti in piccoli gruppi, secondo un protocollo che garantisce la sicurezza dei visitatori, dello staff e degli artisti coinvolti. Eli/P.