Una mostra fatta di parole, elementi scenografici, frammenti di tragedia, performer dentro teche di cristallo.
Il progetto “Edipo: io contagio – scena e parola in mostra nella Tebe dei Re” nasce da un’idea di Davide Livermore, Direttore del Teatro Nazionale di Genova, accolta con entusiasmo da Luca Bizzarri, Presidente della Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale Genova, che ha prontamente offerto i propri spazi per la realizzazione.
«Con i teatri costretti a una seconda chiusura, abbiamo sentito l’esigenza di riaffermare l’importanza della cultura teatrale in tempo di crisi» racconta Davide Livermore, che per farlo si è rivolto all’Edipo Re, tragedia in cui Sofocle racconta di una Tebe devastata dalla peste e di un uomo che cerca di capire come arrestare il contagio e salvare il suo popolo. «Il drammaturgo dell’Antica Grecia, che si era ispirato a una pestilenza che pochi anni prima aveva terrorizzato i suoi concittadini, ci offre uno specchio clamoroso della nostra società: i versi dell’Edipo Re riflettono in maniera implacabile il periodo storico che stiamo vivendo».
Il progetto della mostra performativa – che ha preso il via con una call pubblica rivolta ad attori e danzatori all’indomani del DPCM del 25 ottobre 2020, che lasciava i Musei ancora aperti al pubblico – risponde anche all’esigenza di proteggere e tutelare l’occupazione di attori e maestranze, che da mesi si trovano in gravi difficoltà. Dice Livermore: «L’arte deve esistere e resistere. Come teatro pubblico è nostro preciso dovere creare posti di lavoro per la comunità artistica. In quest’ottica abbiamo portato avanti le prove dei nostri due spettacoli di produzione, Grounded e Autunno in aprile, anche quando è stato chiaro che non avremmo potuto riaprire i teatri in tempi brevi. E così insieme a Palazzo Ducale abbiamo deciso di allestire la mostra, nonostante il successivo decreto avesse chiuso anche i Musei al pubblico».
Rafforza il concetto Luca Bizzari, Presidente della Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale Genova: «Quando l’azione è diventata impossibile abbiamo capito che si poteva, e si doveva, agire insieme. Agire ancora di più».
Curata dallo stesso Davide Livermore insieme a Margherita Rubino e Andrea Porcheddu, la mostra, ospitata nel Sottoporticato di Palazzo Ducale, è un percorso suddiviso in diverse stanze, dove gli spettatori, avvolti dalla musiche inquietanti di Andrea Chenna, si imbattono in maestosi cavalli, tappeti di sangue, una jeep esplosa, bestie macellate, mentre sei performer, ciascuno in un box trasparente, restituiscono frammenti del primo atto dell’opera di Sofocle, evocando mogli e madri che piangono mariti e figli, una comunità che si interroga sulle responsabilità dell’uomo nel disastro, capi di stato che cercano salvezza per il proprio popolo, in un crudele gioco del destino in cui si è ora vittime, ora colpevoli.
Il Teatro alla Scala ha offerto un prezioso contributo al progetto, mettendo a disposizione spettacolari elementi scenografici provenienti da quattro spettacoli, dall’Elektra del 1994, con regia di Luca Ronconi e scene di Gae Aulenti, al Tamerlano con la regia di Davide Livermore e le scene dello stesso Livermore e di Giò Forma (2017); dalla Giovanna d’Arco con la regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier e le scene di Christian Fenouillat del 2016 sino al recente Giulio Cesare in Egitto con la regia di Robert Carsen e le scene di Gideon Davy (2019).
I dodici performer attualmente impegnati in Edipo: io contagio, suddivisi in due squadre di cinque attori / attrici e un danzatore / danzatrice, sono stati scelti attraverso una call rivolta ai giovani artisti attivi in Liguria su oltre centocinquanta candidature pervenute.
L’iniziativa è stata affiancata anche da Coop Liguria, nell’ambito di una consolidata collaborazione con il Teatro di Genova. «Anche se in questo momento stiamo sopportando uno sforzo importante per offrire un servizio essenziale ai cittadini, non possiamo dimenticare il comparto della cultura, che già da marzo è stato tra i più colpiti dall’emergenza covid: chi fa teatro non solo arricchisce le nostre menti e il nostro spirito, ma crea ricchezza e lavoro»: così asserisce Roberto Pittalis, presidente Coop Liguria.
Con la speranza che la situazione epidemiologica migliori quanto prima, rendendo possibile la ripresa delle attività del Paese, il Teatro Nazionale di Genova e la Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale Genova, nell’attesa di capire se si potrà aprire la mostra al pubblico, condivideranno online tramite i propri canali una serie di video che permetteranno al pubblico un primo ingresso virtuale alla mostra. ELI/P.