Giorgia Meloni può tirare un respiro di sollievo e considerare quello che è successo in Sardegna un piccolo incidente di percorso. In Abruzzo ottiene un buon risultato, ma la vera sorpresa è Forza Italia.
Antonio Tajani forse non sarà il massimo in politica estera ma governa il suo partito e lo fa crescere nonostante la morte di Silvio Berlusconi. Tanto di cappello: uscito confermato dal Congresso incassa un risultato positivo.
La Lega di Matteo Salvini invece è in difficoltà. Chi lo nega nasconde l’evidenza dei numeri.
C’è un malessere crescente e il segretario pare disorientato. Prima avanza l’idea del Congresso, poi torna sui suoi passi e rinvia.
Eppure sarebbe il momento di agire perché un risultato deludente alle Europee potrebbe avere una conseguenza fino a poco tempo fa impensabile: non la Lega che si “mangia” Forza Italia, ma Forza Italia che si “mangia” la Lega.
Ormai il Carroccio al Sud non esiste più. Una Lega Salvini premier di fatto non esiste più. Il “Capitano” ne prenda atto e con un Congresso indichi un cambiamento di rotta, ripartendo dal Nord.
O Salvini cerca di riconquistare il Nord in questi mesi o dopo le Europee una nuova forza gli farà concorrenza in casa.
E allora sarà la fine di un partito, il più “vecchio” oggi in Parlamento che il vicepremier certo ha fatto una volta rinascere ma che ora sta perdendo giorno dopo giorno terreno. È insomma il momento di agire: meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine.