Il Senato oggi pomeriggio ha votato la fiducia posta sul “decreto Elezioni”, sancendo l’accorpamento tra regionali e referendum il prossimo 20 settembre.
I voti favorevoli sono stati 145, due i contrari, con l’opposizione che non ha partecipato al voto.
Si tratta di numeri che hanno messo in fibrillazione la maggioranza Pd-M5S, anche perché al momento del voto i senatori d’opposizione erano usciti dall’aula e i presenti erano solo 149, sul filo del numero legale che è di 150.
Tuttavia, dopo la bagarre fuori e dentro l’aula e un’attenta verifica del computo dei congedi, che ha portato il numero legale a 150, stasera la presidenza del Senato ha annullato la votazione per riproporla alle 9,30 di domani.
La presidenza del Senato, in sostanza, ha definito il caso un errore tecnico, che ha quindi comportato la scelta di fare una nuova votazione domattina.
Un caso simile era avvenuto soltanto durante una seduta a Palazzo Madama del 1989.
La fiducia al Governo Conte è giunta al termine di una giornata segnata da mille polemiche tra opposizione e maggioranza al Senato, con l’esordio di una sorta di “Var” in questo ramo del Parlamento.
Infatti, per ricostruire l’accaduto si è scelto di ricorrere a una vera “prova tv”, una sorta di “moviola” d’aula parlamentare.
In ogni caso, se domattina il “decreto Elezioni” passerà al Senato “si presenteranno le liste il 20 agosto. Poi s’inizierà la campagna elettorale. Come è noto avremmo preferito votare prima dell’apertura scuole, così probabilmente cominceranno il 14 e poi dovremmo sospenderle per tre giorni, pazienza” ha commentato il governatore ligure Giovanni Toti.