Émilie du Châtelet, ma il suo nome completo è Gabrielle Émilie Le Tonnelier de Brereuil, marchesa du Châtelet. Nasce il 17 dicembre 1706 a Parigi, in una famiglia di rango sociale molto rilevante, il padre è un uomo tenuto in grande considerazione presso la corte di Re Luigi XIV.
Consigliata e invogliata dalla famiglia ad intraprendere studi e interessi scientifici e linguistici, ricordiamo che era un’epoca in cui tali privilegi sono destinati unicamente agli uomini, studia con serietà e passione, senza disdegnare le occasioni mondane. Studia il tedesco, il greco e il latino, interessandosi alla danza, al teatro e alla musica.
Presentata a corte a sedici anni, il 12 giugno 1725 sposa a 19 anni il trentenne marchese Florent Claude du Châtelet: le nozze, sono motivate da ragioni politiche e di ceto sociale. Anche se il matrimonio, dà origine a tre figli, ma tra marito sempre impegnato nella carriera militare e moglie gli incontri sono molto rari: è anche per questo che Émilie du Châtelet scegli liberamente di intraprende relazioni extra-coniugali con il marchese di Guébriant e con il duca di Richelieu.
Émilie du Châtelet affascinata dal filosofo François Voltaire si innamora perdutamente, la sua storia d’amore è la più importante della sua vita. Il sodalizio culturale e sentimentale tra i due iniziò nel 1733: lui era già, a 39 anni, all’apice del successo, lei, a 28 anni, conduceva la vita dorata di una rappresentante della classe più agiata e influente.
Lo splendido castello di Breteuil testimonia ancor oggi il livello di vita dei membri della famiglia a cui la marchesa apparteneva. Nel maggio del 1734 essendo Voltaire caduto in disgrazia presso il re a causa di suoi scritti inneggianti alle libertà di cui fruiva il popolo inglese, da lui ben conosciute per averle apprezzate nel corso di un precedente esilio, la coppia si stabilì nel castello di Cirey, a Cirey-sur-Blaise nell’Alta Marna, di proprietà del marito della marchesa, non nascondendo la relazione, anzi facendone mostra senza curarsi minimamente dell’opinione comune.
La dimora necessitava di notevoli opere di restauro e così Voltaire stipulò un accordo con il proprietario in base al quale avrebbe prestato a quest’ultimo, a un interesse assai conveniente, la somma di 40 mila franchi con cui sarebbe stato possibile realizzare i lavori necessari. Il castello fu riadattato per poter ospitare il gran numero di visitatori che la fama intellettuale della coppia attirava. La biblioteca arrivò a contare ben 21.000 titoli, cioè più o meno il livello di un’istituzione universitaria del tempo.
Stimolata da Voltaire ad approfondire sempre più la tematica scientifica, Châtelet pubblicò nel 1737 gli Elementi della filosofia di Newton. L’opera reca nella prefazione il nome di Voltaire come coautore, ma non è dubbio che l’apporto teorico determinante fu di Châtelet. Lo scopo era consentire a un pubblico più vasto, anche non dotato di un livello estremo di conoscenze scientifiche, di avvicinare l’opera dello scienziato inglese. Nel 1740 diede alle stampe Istituzioni di fisica, un’esposizione delle teorie del filosofo Leibniz.
Negli anni successivi portò avanti il progetto della pubblicazione dell’opera di Newton Principia matematica, tradotta in francese dal latino piuttosto ostico dell’autore, e con l’aggiunta di una sezione dedicata agli sviluppi che le teorie newtoniane avevano visto ad opera degli scienziati francesi. L’opera uscì postuma nel 1759, e la pubblicazione fu seguita da Voltaire che la considerò un debito d’affetto nei confronti della donna che forse gli era stata intellettualmente più affine.
Nel 1746, Émilie du Châtelet presa da un’improvvisa passione per il poeta Saint Lambert, abbandonò Voltaire e si dedicò, con ogni mezzo, a legare a sé l’amante, di dieci anni più giovane. Sembra che Saint-Lambert non fosse particolarmente attratto da Châtelet, ma che abbia agito solo per un capriccio e per ingelosire la sua precedente amante, Madame de Boufflers, che lo aveva abbandonato.
Questa biografia è stata tratta da varie fonti. Wikipedia,Biografie.it, Voltaire di Theodore Besterman, La felicità di una donna Émilie du Châtelet tra Voltaire e Newton di Silvana Bartoli e vari libri su Voltaire. ABov