Savona. In questa stagione mamma capriolo, ma anche mamma daino e lepre comincia a “parcheggiare” i loro piccoli, nati da poco, nei prati dell’entroterra in mezzo all’erba ed agli arbusti.
Mentre lei si allontanerà per mangiare lui, favorito dal mantello mimetico e senza alcun odore, starà immobile in attesa del suo ritorno.
L’appello della Protezione Animali savonese è quindi pressante: “Quando il confinamento sociale per la lotta al covid-19 si allenterà e vi sarà permesso di fare passeggiate in campagna, se incontrerete un cucciolo di capriolo, daino o lepre, non avvicinatevi, non toccatelo e, soprattutto, non portatelo via nell’errata convinzione che sia abbandonato, perché non è così; se proprio avete qualche dubbio telefonateci e vi daremo tutte le informazioni ed istruzioni su come comportarvi.”
Prelevare un cucciolo di capriolo, daino o lepre è non solo una violazione della legge a loro tutela ma vuol dire condannarlo ad una vita di prigionia e spesso ad una morte precoce, perché perde gli anticorpi ed il bagaglio di informazioni e comportamenti essenziali alla sopravvivenza in natura che solo la madre può dargli. Affidato ad una struttura di recupero, malgrado ogni cautela nell’allattamento artificiale e nella custodia, difficilmente riesce a sopravvivere o diventare autosufficiente ed indipendente per essere poi rimesso in libertà.
Vi sono anche giovani di altre specie selvatiche che sembrano abbandonati dai genitori e non lo sono. Si tratta dei nidiaci di gabbiano, merlo e cornacchia, che scendono curiosissimi dai nidi prima ancora di saper volare ed i genitori li accudiscono a terra portando loro da mangiare e proteggendoli come possono.
Stesso comportamento avventuroso hanno spesso i piccoli di cinghiale.
Se quindi gli animaletti non sono feriti e si trovano in un ambiente naturale, occorre non toccarli e lasciarli dove si trovano.
Se il caprioletto o il leprotto è ai margini di una strada, basterà sporcarsi le mani con della terra, strappare fasci d’erba da usare come guanti, prelevarlo e spostarlo a poche decine di metri nel bosco; diversa è la situazione se si trovano merli e cornacchie – accade sempre più spesso – in zone urbane con il pericolo di essere vittime del traffico o di cani e gatti; ma solo dopo aver accertato l’effettivo pericolo, si possono recuperare o meglio, se esistono, metterli al riparo sotto vicine siepi in attesa dei genitori.
In tutti i casi è meglio consultarsi con chi è più esperto; l’Enpa di Savona, che soccorre uccelli e piccoli mammiferi selvatici – eccetto gli ungulati – su autorizzazione della Regione Liguria, mette a disposizione un numero di cellulare (345 635 0596), assolutamente riservato agli animali selvatici, tutti i giorni dalle 9 alle 19.
In caso di ritrovamento di ungulato ferito (daino, capriolo e cinghiale) invece occorre telefonare al 112 e farsi mettere in contatto con l’Ambito territoriale di caccia di zona per il recupero.
La Protezione Animali ricorda infine che il prelievo non autorizzato di fauna selvatica è un illecito penale sanzionato con un’ammenda sino a 1.500 euro di competenza del tribunale.