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Ermini (Pd) da Spinelli e i legali chiedono revoca domiciliari. Bagarre in Regione

Caso Ermini (Pd): bagarre in consiglio regionale

Sipario sul consiglio regionale dopo le dimissioni, formalizzate stamane in aula, del governatore Giovanni Toti a seguito della maxi inchiesta politico-giudiziaria che ha scosso Genova e la Liguria.

La campagna elettorale si è già aperta durante i lavori dell’Assemblea legislativa in quella che, a differenze dalle attese, non sarà però l’ultima seduta della legislatura perché a settembre sarà necessario un voto sul bilancio consolidato.

A fornire l’assist alle provocazioni politiche del centrodestra è stata la nomina del dem David Ermini a presidente di Spininvest, la holding del Gruppo Spinelli, che è avvenuta proprio ieri quando i legali difensori di Sciò Aldo hanno chiesto ai magistrati la revoca dei domiciliari per il loro assistito.

David Ermini, attuale membro della direzione nazionale del Partito Democratico, è stato commissario regionale del Pd in Liguria, deputato del Pd e vice presidente del Consiglio superiore della magistratura (Csm).

Il consigliere savonese della Lega, Brunello Brunetto, ha portato in aula una confezione di medicinali antiacido per Ferruccio Sansa, che si era sfogato sui social network dicendo di avere “rischiato l’ulcera” leggendo la notizia della nomina del politico dem.

Angelo Vaccarezza, in quota Forza Italia, ha esposto due cartelli in rapida successione con la scritta “Ermini uno di voi”.

La consigliera leghista Sonia Viale ha richiamato “la lettera scritta di pugno, anche con scrittura incerta” di Giovanni Toti per annunciare le dimissioni, che “è stata un pugno nello stomaco per la democrazia nel nostro Paese perché la volontà popolare è stata messa in un angolo. Essere costretti a dimettersi per avere la libertà non è un messaggio democratico per il nostra Paese”.

Anche Viale, poi, ha affrontato il caso Ermini: “Leggiamo che per un imprenditore la possibilità di tornare libero è subordinata alla nomina dell’ex vicepresidente del Csm e membro della direzione nazionale del Pd. Toti si è dimesso ed è un insulto alla Carta costituzionale e ai nostri padri costituenti, il Pd è una vergogna e un insulto alla storia della Repubblica italiana”.

La consigliera totiana Lilli Lauro ha sottolineato: “Sansa mi ha dato una grande soddisfazione: staccandosi così dalla casa madre ha riconosciuto che il Pd ha due pesi e due misure. A questo punto sicuramente non potrà correre con loro, è impossibile fare un campo largo con personaggi che distruggono una maggioranza eletta dai cittadini per arraffare” poltrone.

I consiglieri della Lega hanno quindi esposto in aula alcuni cartelli con i titoli dei quotidiani di oggi sul “caso Ermini”, subito fatti rimuovere dal presidente dell’aula, Gianmarco Medusei, pure lui leghista.

In tutto ciò, il Pd e il centrosinistra si sono limitati a chiedere di “procedere rapidamente con l’ordine dei lavori e chiudere il prima possibile seduta e legislatura”.

“Credo che sia la cosa migliore e più dignitosa per quest’aula, quando si chiude anzitempo una legislatura è una sconfitta per tutti, non stiamo certo dando una lezione di stile”, ha affermato Gianni Pastorino di Linea condivisa.

“Chiederei di far calare il sipario su una legislatura in cui il centrodestra ha plasticamente fallito ed evitare i saltimbanchi dell’ultimo minuto” ha aggiunto il capogruppo dem Luca Garibaldi.

La consigliera di Fratelli d’Italia Veronica Russo ha replicato: “Sono quattro anni che usate gli interventi sugli ordini dei lavori per fare propaganda elettorale, la lezioncina non ce la prendiamo più”.

Le ha fatto eco il capogruppo di Forza Italia Claudio Muzio: “L’ufficio patenti della sinistra oggi segna il passo. Assistiamo a un fatto che vi mette in imbarazzo, talmente tanto che vi porta a chiedere a noi di andare avanti con l’ordine dei lavori”.

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