Nel verbale dell’interrogatorio di Roberto Spinelli si è trascritto “Toti chiedeva finanziamenti illeciti” anziché “finanziamenti leciti” come in realtà dichiarato dall’indagato nella maxi inchiesta della Dida e della Procura della Repubblica di Genova su corruzione che, martedì 7 maggio, ha portato agli arresti il governatore ligure Giovanni Toti (ai domiciliari), l’imprenditore portuale Aldo Spinelli (ai domiciliari), l’ex presidente dell’Autorità portuale e attuale amministratore (sospeso) di Iren Paolo Emilio Signorini (in carcere).
Quello che è stato definito un “errorino” dei pm e dei loro assistenti nella trascrizione è stato risolto oggi dal Tribunale, che ha dato ragione a Roberto Spinelli e torto ai pm.
Questa mattina nell’ufficio della gip Paola Faggioni, i legali Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza, insieme ai pm Luca Monteverde e Federico Manotti, hanno riascoltato la registrazione dell’interrogatorio.
Tutti le parti presenti (giudice per le indagini preliminari, difesa e pubblica accusa) hanno convenuto che Roberto Spinelli ha effettivamente detto che “Toti chiedeva finanziamenti leciti”.
Quando gli avvocati avevano preso visione del documento della Procura si erano accorti della grave incongruenza e avevano depositato un’istanza in cui chiedevano la correzione del testo. L’istanza è stata quindi accolta, ma se non si fossero accorti di questo “errorino” la dichiarazione dell’indagato avrebbe potuto avere pesanti conseguenze durante il futuro processo.
Toti chiedeva finanziamenti illeciti anziché leciti: errorino nelle trascrizioni di Spinelli jr