Escono dall’ombra gli “scarabocchi” di Frank Kafka che diceva: “questi scarabocchi devono essere distrutti” invece Max Brod li nascose… e fece bene.
Frank Kafka, autore tra i maggiori del Novecento, conosciuto in varie parti del mondo, prima di morire chiese a Max Brod, uno dei più importanti amici di distruggere tutti i suoi scritti e disegni definiti da lui “scarabocchi”. Lo scrittore praghese non alludeva solo agli scritti nelle pagine dei diari e nei quaderni, ma anche a quei disegni che, grazie al suo insito talento, aveva tracciato nel corso degli anni su fogli poi sparsi tra gli scaffali e nei libri.
«Finora nessuno ha ritenuto necessario occuparsi del duplice talento di Kafka, scriveva Max Brod, osservare il parallelismo delle due visioni, di disegnatore e di narratore. Così come nella scrittura, anche nei disegni Kafka è un realista assai scrupoloso… e al tempo stesso il creatore di un mondo fantastico». Con queste parole Brod, amico fedele dello scrittore, motiva la sua disobbedienza che fu, lasciatecelo sottolineare, così opportuna.
“Mai disobbedienza fu così provvidenziale” hanno sempre ripetuto i vari editori!
Max Brod rese tuttavia pubblico solo un numero ristretto di disegni: i restanti, la maggior parte, sono rimasti occultati per decenni in una cassetta di sicurezza, prima a Tel Aviv e poi a nel cavò di una banca di Zurigo. Solamente quando, di recente, sono tornati alla luce, si è svelato pienamente il volto artistico di Kafka.
Questo volto che ora potremo conoscere grazie al libro, in cui è riprodotto sul supporto originale, e quasi sempre a grandezza naturale, l’intero corpus dei disegni che si sono conservati.
Pagina dopo pagina, incontreremo esili sagome nere di omini curvilinei che ora camminano frettolosi, ora s’inerpicano chissà dove, ora sembrano danzare. Sono figure angolose, dal volto appena accennato, talvolta comico. Si trovano esseri ibridi, spesso rappresentati con pochi tratti magistrali, immagini evanescenti, come in affannoso movimento, enigmatiche apparizioni. Ravviseremo così un artista imparentato con lo scrittore, ma che percorre un’autonoma strada parallela – una strada per Kafka non meno vitale, Felice Bauer ha scritto: «Una volta ero un grande disegnatore … a quel tempo, ormai anni fa, quei disegni mi hanno appagato più di qualsiasi altra cosa». ABov
I disegni di Kafka. A cura di Andreas Kilcher. Traduzione di Ada Vigliani, con una nota di Roberto Calasso. Fuori collana, 63
2022, pp. 367, 226 immagini a colori e in b/n isbn: 9788845936852 Temi: Arte € 48,00 -5% € 45,60