Sotto sotto loro non cambiano e sono ancora per la Falce e il Carrello.
La Bandiera di Genova è stata “donata” a Esselunga, che con l’amministrazione di centrodestra, dopo anni di egemonia delle Coop in Liguria, è riuscita ad aprire due nuovi “store” nella nostra città.
Un sogno perseguito da decenni dal patron di Esselunga Bernardo Caprotti, autore del libro “Falce e Carrello”, che ad alcuni anni dalla sua scomparsa si è finalmente avverato.
La giusta riconoscenza del Comune al gruppo imprenditoriale che ha investito su Genova portando lavoro e più concorrenza sul nostro territorio, però, non è piaciuta al Pd, che oggi ha polemicamente discusso a Palazzo Tursi un’interrogazione della consigliera comunale dem Cristina Lodi “per avere chiarimenti sulla Bandiera di Genova, oggi in esposizione presso il supermercato Esselunga di via Piave”.
“Ci sono – ha spiegato Lodi – due targhe: una che dice che la bandiera è stata donata dal sindaco Marco Bucci al principe Michael di Kent nel 2019, poi lo stesso principe nel 2020 ha donato la bandiera alla Città di Genova (sempre scritto nella targa) che poi nello stesso anno è stata a sua volta donata ‘piena di significato’ dal sindaco Bucci al ‘primo Esselunga di via Piave esattamente il 16 dicembre 2020’.
Vogliamo sapere se l’amministrazione comunale ha informato il principe e l’ambasciata di avere donato la Bandiera di Genova a un supermercato, dove è attualmente esposta. Sono stati approvati atti affinché la Bandiera di Genova potesse essere donata a un privato? La giunta Bucci che significato ha voluto comunicare nel donare questa bandiera ‘piena di significato’ a una azienda privata? Lo ritiene davvero atto opportuno o istituzionalmente corretto dopo che il principe l’aveva donata alla Città di Genova in occasione della ricostruzione del Ponte di Genova San Giorgio?”.
“Il rapporto tra Genova e la famiglia reale – ha risposto l’assessora comunale al Commercio Paola Bordilli (Lega) – è stato rafforzato quando il principe Moncada ha partecipato alla visita del duca di Kent che ci ha permesso di rafforzare il nostro rapporto con il Regno Unito e che ci ha fatto intraprendere rapporti con imprese di quel Paese.
Venne fatto questo regalo dal valore simbolico e sempre simbolicamente venne ridato alla città come segno di stima, affetto e riconoscenza.
Questi scambi di valore simbolico non hanno mai avuto bisogno di atti formali. Mi sento di dire che il nostro vessillo è stato distribuito presso enti e privati per testimoniare i nuovi legami e per segnare l’importante ruolo che ognuno di essi nel 2020 ha mantenuto per la ripartenza della città.
Con la Bandiera di Genova si è di fatto rimarcata l’importanza delle relazioni internazionali e di chi, come tanti, ha deciso di fare investimenti nella nostra città, a prescindere dalla tipologia di attività.
In un periodo buio come quello del tragico crollo del Ponte Morandi, in cui la nostra città si è stretta sotto al suo vessillo, Genova ha saputo reagire e si è confermata una città che ha attratto investimenti sul territorio”.