“Le buone leggi servono alla vita e per impedire che siano sempre altri a decidere per noi senza che ci sia data la possibilità di approvare o respingere una proposta. Il referendum è lo strumento più indicato per dare ai cittadini la possibilità di esprimersi e rimarcare l’importanza di questioni che in Parlamento non vengono affrontate o vengono osteggiate. Il referendum non è mai inutile, come inopportunamente dichiarato oggi in aula del consiglio regionale della Liguria”.
Lo hanno dichiarato il capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi con il collega Paolo Ugolini, e il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino, proponenti della proposta di legge per il referendum sul fine vita.
“Sull’eutanasia legale – hanno aggiunto – discutiamo da anni e non si è mai arrivati al dunque: ma ci siamo mai chiesti cosa ne pensano i cittadini? Lo vogliamo chiedere a loro sì o no? Chi rema per il no, che cosa teme? Che i cittadini dicano la loro? Nel frattempo, però, mentre si discute, molti, troppi, sventurati cittadini gravemente ammalati si vedono costretti a vivere in un corpo che ha inflitto loro inimmaginabili sofferenze”.
Ammalarsi fa parte della vita. Ma è vita se la strada della guarigione è preclusa ed è disseminata di dolore? Davvero vogliamo condannare queste persone a soffrire senza dar loro la facoltà di decidere del destino della propria vita? Ogni giorno, poi, ci sono malati terminali che si suicidano nelle condizioni più terribili. Sono persone alle quali la legge italiana nega la possibilità di essere accompagnati alla fine della vita senza soffrire, per giunta condannando al carcere chi li aiuta.
I Paesi dove si riconosce il diritto a morire in maniera degna sono ancora pochi. L’Italia ha rifiutato fino a oggi qualunque via. Il referendum per l’eutanasia legale, comunque la si pensi, è un atto di rispetto nei confronti della vita e del dolore provato dall’ammalato e dalla sua famiglia, costretti a trascinarsi vicendevolmente in un’agonia che porta solo tanto dolore.
È evidente che la scelta referendaria vuole essere da stimolo a un parlamento da anni assente sulla questione nonostante proposte di legge al riguardo. Qualche consigliere ha ribadito la non adeguatezza dello strumento referendario perché creerebbe un pericoloso vuoto normativo. Noi invece pensiamo che ancora più pericoloso sia un’inerzia della classe politica di fronte a una domanda della società che a più riprese chiede di normare il fine vita.
Dunque, anche se il Consiglio regionale ha respinto la proposta, convintamente sosteniamo: referendum subito”.